Movente sconosciuto

Liberato il cinese rapito da finti poliziotti

Era stato portato via il 30 novembre fuori da locale per karaoke

Liberato il cinese rapito da finti poliziotti

È riapparso poco prima della mezzanotte di venerdì 5 dicembre, in piazza Mercatale a Prato e ha potuto così riabracciare i suoi familiari Yang Yixian, il 46enne di origine cinese rapito nella notte tra sabato 30 novembre e domenica 1° dicembre all’uscita da un locale di karaoke di via Udine, prelevato da due uomini che si erano spacciati per poliziotti.

La svolta nella delicata vicenda è arrivata poco prima delle 23, quando lo stesso Yang ha avvertito i familiari che era stato liberato; i carabinieri lo hanno portato al Comando provinciale di via Picasso per farsi raccontare che cosa è successo negli ultimi sei giorni.

Nelle ore precedenti la famiglia , tramite avvocato aveva fatto sapere di aver ritirato la denuncia sporta nei confronti di coloro che avevano sequestrato Yang. “Non c’è più nessun reato e le persone non sono più ricercate – questo il testo dell’appello – Ora la famiglia aspetta l’immediata liberazione”.

Sembrava una mossa disperata, perché il reato di sequestro di persona a scopo di estorsione, quello ipotizzato dal procuratore Luca Tescaroli, è ovviamente perseguibile d’ufficio, a prescindere dal fatto che qualcuno lo denunci.

Nella giornata di lunedì alla famiglia era arrivata una telefonata con la richiesta di un milione e mezzo di euro per rivedere il parente.

Secondo fonti investigative l’uomo è stato liberato dopo cinque giorni di prigionia, verosimilmente a seguito del pagamento di un riscatto in criptovalute di circa 100 mila euro, versati dalla famiglia. Una cifra molto inferiore a quella richiesta dai rapitori.

Ora che Yang è stato liberato, resta il lavoro più difficile per gli inquirenti: risalire all’identità di chi lo ha tenuto prigioniero per quasi sei giorni, dove è stato nascosto, e soprattutto perché.

Di certo si sa che il 46enne era stato arrestato a Torino nei mesi scorsi per un mandato di cattura internazionale spiccato dalle autorità cinesi, ma la richiesta di estradizione per Yixian Yang era stata respinta dal tribunale e l’uomo era stato scarcerato ed era tornato in toscana dove si trovavano la moglie e il figlio di dieci anni.

In Cina Yang era accuasto di gioco d’azzardo per aver gestito un lucruoso giro di scommesse clandestine sulla piattaforma we chat, che gli avrebbe fruttato guadagni per circa sei milioni di euro. Possibile, quindi, che i rapitori conoscessero la sua disponibilità economica. Ma non si escludono altre piste.

La richiesta di riscatto arrivata per telefono è stata fatta quasi certamente da un cinese, visto che chi parlava aveva l’accento tipico di una regione della Cina. I due testimini del rapimento hanno invece riferito ai carabinieri che seguono le indagini coordinate dalla Procura di Prato, che i due finti poliziotti erano occidentali e parlavano italiano. La presenza di occidentali nella vicenda fa pensare a quanto già verificato in altri casi nei quali si era evidenziato un rapporto di collaborazione tra criminalità italiana e cinese.