Fine vita, ecco cosa stabilisce la legge toscana (la prima in Italia), e cosa succede adesso
Nel Pd una sola astensione, ok da Iv e M5S. Il centrodestra: "sarà impugnata". I vescovi: "sconfitta per tutti"
![Fine vita, ecco cosa stabilisce la legge toscana (la prima in Italia), e cosa succede adesso](https://italiasette.it/media/2025/02/6f92103e-7b13-4c14-bd4b-e6f843661642-420x252.jpg)
La Toscana è la prima regione a dotarsi di una legge che regola il suicidio medicalmente assistito. Il Consiglio regionale ha approvato la norma con 27 voti favorevoli, 13 contrari e una consigliera che ha preferito non esprimersi, la dem Lucia De Robertis. Lo ha fatto, si spiega "per convinzioni personali".
A parte lei, a garantire l’approvazione è stata la maggioranza toscana di centrosinistra (Pd +Iv), cui si sono aggiunti i sì delle due Consigliere del M5S e quello di un rappresentante del Gruppo misto, Andrea Ulmi.
Contrari tutti i rappresentanti dell’opposizione di centrodestra: 6 leghisti, 6 di Fdi, 1 di Fi. Lacrime e abbracci in aula fra i rappresentanti dell’associazione Coscioni. L’attenzione è ora puntata sulla reazione del governo, che potrebbe valutare l’impugnazione di fronte alla Corte Costituzionale.
![](https://italiasette.it/media/2025/02/6cc778a9-eab8-463d-98a8-fe0640aff09f.jpg)
La legge
La legge stabilisce il percorso da seguire per chi vuole accedere al suicidio medicalmente assistito: la domanda semplificata da porre al direttore dell’Asl, la formazione della commissione — medica ed etica — che avrà massimo un mese per esprimersi sulla congruità dei requisiti, l’individuazione entro 10 giorni di un medico e del farmaco da utilizzare, con camici bianchi volontari e con fondi extra Lea; infine l’esecuzione, entro una settimana dalla fine dei due precedenti passaggi.
In tutto si tratta di massimo 37 giorni. Tutta la procedura sarà gratuita.
"Il nostro apporto è stato decisivo", rivendica Italia Viva con Stefano Scaramelli. "Abbiamo scelto di non voltarci dall’altra parte", dicono con una voce i 5 Stelle e il Pd, che festeggia il risultato con il segretario toscano Emiliano Fossi e con il numero 2 del Nazareno, Marco Furfaro. Tra i dem il tema dei cattolici non è stato lacerante.
Decisiva è stata l’opera di armonizzazione del presidente della Commissione Sanità, Enrico Sostegni (Pd). "Ho capito che c’era un elemento di verità e di aiuto per garantire un fine vita dignitoso e non doloroso — ha spiegato — alle persone che volevano farlo".
Molto duro è stato invece il cardinale Paolo Augusto Lojudice, arcivescovo di Siena, presidente della Conferenza Episcopale Toscana, che ha parlato di "legge che non è un traguardo, ma una sconfitta per tutti".
Decisamente di altro avviso la leader di +Europa Emma Bonino, che ha parlato di "enorme passo avanti per la libertà di scelta su come vivere e come morire" e di "norma che rappresenta uno spartiacque importante". Come del resto ha fatto Marco Cappato: "È solo l’inizio, vogliamo portare la proposta in tutte Regioni".
"La norma — ha detto il governatore Eugenio Giani — non fa altro che dare atto di procedure obiettive e chiarezza. Sento che il messaggio che diamo è nazionale". La capogruppo della Lega Elena Meini auspica "che legge sia impugnata dal governo e sia il Parlamento a legiferare", un’opzione che già circola a Roma tra i banchi della maggioranza "Abbiamo dimostrato che questa materia — spiegano ai Consiglieri di FdI — non è di competenza legislativa delle Regioni. La legge fa venir meno il principio di uguaglianza tra i cittadini e non è chiaro a chi potrà applicarsi».
Esprimono infine soddisfazione i medici ospedalieri dell’Anaao. Esulta invece Laura Santi, la giornalista perugina affetta da una forma di sclerosi multipla alla quale sono stati riconosciuti tutti i requisiti stabiliti dalla Corte costituzionale per accedere al suicidio assistito. "Il fatto di vedere finalmente dietro alle parole “fine vita” non “sentenza o tribunale” ma legge mi provoca una gioia oltre ogni limite, indescrivibile".