Un migliaio per l'ultimo saluto a Eleonora Guidi. Rose rosse, lacrime e silenzio. Don Luca: "Non fatevi vincere dalla rabbia, fatevi aiutare"
E’ il momento del dolore alla Rufina dove i "perché" sono come un rompicapo. La donna è stata uccisa con 24 coltellate dal proprio compagno, Lorenzo Innocenti
Cappelli lunghi, sciolti, viso sorridente, una maglia bordeaux. E’ la foto di Eleonora Guidi, 34 anni, che l’accompagna peril suo ultimo viaggio.
Sorride Eleonora, come quei sorrisi che ha regalato fino all’ultimo agli amici, che non sanno darsi una spiegazione. Proprio loro hanno affollato l'oratorio don Angelo Fabbri alla Rufina (Firenze) mercoledì 12 gennaio 2025. In mano una rosa rossa.
Le rose per Eleonora Guidi
"Eravamo insieme la sera prima – ricorda un’amica dal pulpito – A bere e a programmare le ferie. Chissà cosa è successo dentro quelle quattro mura", si domanda ancora.
Già. Chissà. Tante le domande, senza una risposta per questo ennesimo femminicidio che ha colpito un’intera comunità, quella della Rufina, dove Eleonora e Lorenzo Innocenti erano conosciuti.
Apparentemente innamorati. Una coppia normale, con un bambino piccolo di un anno e mezzo, Dante, che ha assistito al corpo della madre martoriato dalle 24 coltellate.
Lorenzo Innocenti è accusato di omicidio volontario. Adesso si trova all’ospedale di Careggi, in coma farmacologico dopo aver tentato il suicidio.
E’ il momento del dolore
E’ il momento del dolore alla Rufina dove i "perché" sono come un rebus. Domande che affollano la testa.
"Perché non ho percepito nulla – si chiede la migliore amica, ricordando il loro rapporto così stretto - Non mi hai detto nulla, o come me non lo avevi capito? Hai avuto solo una colpa, quella di aver amato troppo. Sempre per sempre dalla stessa parte ci troverai", ha concluso.
Domande. Com’è possibile?
"Purtroppo lo è – ha detto un’altra amica di Eleonora, psicologa – Sai Ele, la sofferenza mentale quando è così grave, quando porta a fare gesti estremi può essere subdola. Non eri una sprovveduta, è il tempo che ci ha fregato".
E poi l'invito: "Ricordiamoci tutti, non è mai troppo tardi per chiedere aiuto".
La vita è più forte della morte
Lacrime, abbracci, silenzio.
"Il Signore ha scritto la storia di ognuno di noi, così come quella di Eleonora - ha detto don Luca Meacci, durante l'omelia che ha portato anche i saluti del vescovo Gherardo Gambelli - Ma il finale non l'ha deciso lui: è stato deciso da un gesto di violenza.
Lo striscione davanti a quella che era la casa di Eleonora
Quanto accaduto deve infondere in noi la consapevolezza di educare ed educarci, al bello. Dobbiamo liberarci da tutto ciò che è violenza. Dobbiamo rifiutarla. Percepisco la vostra rabbia, lo sconcerto, ma vorrei dirvi non sia turbato il vostro cuore. Non fatevi vincere dalla disperazione e dalla rabbia, fatevi aiutare, fate in modo che la morte di Eleonora non sia stata vana".