Morti nelle Rsa, la mail dell'azienda e quell'ipotesi sul centro cottura
L'avviso al parente di un paziente diverso dal comunicato ufficiale
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Prima che ieri mattina (18 febbraio) Gabriele Meluzzi, l’ad di Sereni Orizzonti — società a cui fanno capo le quattro Rsa di Firenze e provincia convenzionate con la Regione Toscana e perquisite ieri dai carabinieri del Nas — mandasse un comunicato per chiedere di “ridurre il clamore mediatico” attorno a 3 morti e 114 casi di intossicazione, la stessa società aveva scritto una mail che si riferiva a quanto accaduto pochi giorni prima.
E nella quale si spiegava che “la contaminazione” sarebbe “avvenuta nella cucina del centro cottura”.
In questo caso le date sono molto importanti e — nell’inchiesta aperta dalla Procura per adulterazione o commercio colposo di sostanze alimentari e omicidio plurimo colposo — servono anche a capire i tempi di questa vicenda.
Durante la notte tra domenica e lunedì scorsi (9 e 10 febbraio) nelle quattro Rsa si registra una sospetta intossicazione alimentare. A quel punto arrivano i tecnici Asl che verificano il centro cottura di Pelago e attestano "alcune criticità tali da motivare l’adozione di un provvedimento di sospensione temporanea dell’attività di produzione pasti".
Ma di tutto questo in Procura non si sa nulla fino a giovedì mattina (13 febbraio) quando — nel frattempo — viene data la notizia di due morti sospette e di centinaia di intossicati.
A quel punto i giornali si muovono e il giorno stesso si palesa pubblicamente "Sereni Orizzonti" spiegando, tra l’altro, che il personale ha tutti i requisiti necessari. Poi il giorno successivo — vale a dire venerdì scorso — la società manda un nuovo comunicato stampa: "L’ipotesi più probabile è al momento una contaminazione all’origine di qualche prodotto alimentare, consegnato da fornitori esterni".
Eppure — prima che fosse uscita la notizia delle morti e degli intossicati — la tesi di "Sereni Orizzonti" appare diversa.
Infatti la società, martedì 11 febbraio, in una mail indirizzata a una persona che ha un paziente ricoverato a Pelago scrive: "A fronte di alcuni casi di disturbi gastrointestinali (in realtà 114, ndr) sono state attivate le procedure. (...) A fronte di una possibile contaminazione avvenuta nella cucina del centro cottura, quest’ultimo è stato preventivamente chiuso (in realtà l’Asl lo ha sospeso, ndr)".
Intanto ieri mattina (martedì 18 febbraio) è stato effettuata l’autopsia sul corpo di Daria Tanzini, la pensionata morta: si vuole capire quali siano le cause del decesso e cosa abbia mangiato. La Procura ha intenzione di riesumare le salme di Giampiero Samuelli e Carla Ferretti che — quando ancora non c’era l’inchiesta e il «clamore mediatico" — sono state seppellite in cimitero.
Nelle prossime ore arriveranno i risultati sui campioni reperiti al centro cottura: passato di carote, mix di verdure, coniglio e patate e pizza. Tutto questo mentre il Nas sta passando al setaccio la documentazione sequestrata.
L’avvocato Lorenzo Pellegrini, infine, ha mandato una lettera per rispondere a Gabriele Meluzzi, l’ad di Sereni Orizzonti: "Abbiamo provveduto a contattare nei giorni scorsi familiari e amministratori di sostegno per esprimere il nostro cordoglio, ma malgrado numerosi tentativi non è stato possibile parlare con Lucia Samuelli, figlia di Gianpiero (uno dei tre morti, ndr)", ha scritto Meluzzi.
Il legale fiorentino ha risposto che le condoglianze "arrivano a distanza di otto giorni dalla morte" e ha precisato: "Ci si sarebbe aspettati una circostanziata lettera di spiegazioni (corredata da idonea documentazione) che dia conto di cosa è successo quella sera e quella notte del 9 febbraio e, in particolare, quali azioni e cautele avete posto in essere fino alle 6 del mattino di quel lunedì, orario in cui il signor Samuelli è uscito da Villa Desiderio con un codice rosso, allorché comunicavate telefonicamente che si trattava di semplice vomito e diarrea. Situazione in realtà gravissima che porterà al decesso poco più di un’ora e mezzo dopo, senza nemmeno il tempo di un ultimo saluto".