Asheng, il cinese giustiziato a Roma era il Ras della Guerra delle Grucce a Prato
Si era trasferito nella capitale ma continuava ad avere "interessi" in Toscana. Era il braccio destro del capo dei capi

Zhang Dayong, 53 anni, era un vero e proprio generale del crimine orientale in distacco in Italia, accusato di associazione a delinquere a Firenze e con diversi precedenti di polizia per aggressioni e porto illegale di armi da fuoco.
L'esecuzione a Roma
E' stato ucciso a Roma con un’esecuzione in stile mafioso, riservata a chi di quel mondo ha fatto parte. D'altra parte secondo gli inquirenti lui era il referente nella capitale del capo della mala cinese, il braccio destro di Naizhong Zhang, detto “L’Uomo Nero”, il vero e proprio capo assoluto del sodalizio, promotore e gestore dell’organizzazione, come lo descrive l’Antimafia fiorentina.
Il capo dei capi
Quando la guerra delle grucce di Prato si è infiammata, il capo dei capi che "coordina e dirige tutte le attività illecite messe in atto dagli affiliati non solo in Italia, ma anche in Francia, Germania e Spagna" si è ritirato a Roma insieme al figlio e ai suoi uomini fidati. Tra cui proprio Dayong Zhang, che aveva scelto come referente.
Un negozio di facciata e la giovane compagna
Detto Asheng, Zhang non conosceva una parola d'italiano anche se sulla carta risultava essere il gestore di un negozio al quartiere Esquilino. Quell’uomo calvo era sempre accompagnato da una "donna carina e gentile", come viene descritta la seconda vittima del brutale omicidio, Gong Xiaoqing, di 38 anni.
I precedenti
Una testa calda, Asheng. Già nel 2012 c’era anche un commando pronto a partire da Prato per fargliela pagare: "…perché esiste la giustizia...nella mafia ci sono le regole della mafia...se una persona non rispetta le regole, come fa a continuare a camminare nella strada della mafia…". Nel 2022, poi, era rimasto coinvolto in una sparatoria proprio a Prato.
La guerra delle grucce nella capitale
Allora fu graziato, pareva avesse capito. E aveva continuato a lavorare per la banda, a riscuotere crediti con le maniere forti. E a proteggere il business romano delle grucce. Fino a quando la guerra che infiamma Prato da tempo non è arrivata a Roma, ai piedi del civico 62 di via Prenestina. Dove Zhang è stato giustiziato assieme alla sua Gong.