Sentenza per i lavori sulla SR 429

Keu, le motivazioni dell'esclusione dell'aggravante del metodo mafioso

Il giudice: "Ci fu violenza, ma le vittime non ebbero la percezione che fossero affiliati". A oggi è l'unica sentenza sullo scandalo

Keu, le motivazioni dell'esclusione dell'aggravante del metodo mafioso
Pubblicato:

Cinquantuno pagine per smontare l’aggravante del metodo mafioso nelle accuse a Graziano Cantini, il titolare dell’impresa edile Cantini Marino finita nel filone delle intimidazioni per accaparrarsi i lavori in subappalto sulla strada Sr 429, quella in cui sono finiti gli scarti delle lavorazioni delle concerie di Santa Croce sull'Arno.

La condanna a cinque anni e otto mesi

Cantini è stato condannato, in abbreviato, a cinque anni e otto mesi. Il suo difensore, l'avvocato Federico Bagattini, è riuscito ad estromettere l’accusa più pesante. Il giudice, ha accolto la tesi difensiva non riconoscendo nell’atteggiamento del Cantini e dei suoi collaboratori il “metodo mafioso“.

"Non erano automaticamente ndranghetisti"

Questi alcuni dei passaggi principali delle motivazioni relativi alla prima e per ora unica sentenza emessa nel cosiddetto scandalo Keu.

"Ferma l’appartenenza degli autori di un’intimidazione a una cosca di ’ndrangheta, essendo pienamente comprovata la loro affiliazione, non si ritiene sufficiente tale condizione soggettiva per desumerne automaticamente l’influenza, in termini di efficacia, sulla violenza e la minaccia poste in essere nei confronti degli imprenditori coinvolti”.

Non c'era la percezione di mafiosità nelle vittime

"Non basta - si legge ancora - l’agire professionale, violento e organizzato” ma per la configurazione dell’aggravante sono necessari “la ragionevole percezione, anche solo ipotetica, da parte della persona offesa della provenienza dell’attività delittuosa da un contesto di criminalità organizzata di tipo mafioso”.

Reati non ridimensionati

Ma l’assenza della “mafiosità“, non ridimensiona, scrive il giudice, la portata del “comportamento di tutti i protagonisti verso la realizzazione di una serie indeterminata di delitti volti a condizionare il mercato e a far conseguire alla Cantini Marino, al di là di ogni ostacolo, una posizione di assoluta dominanza” nel settore del conferimento degli inerti.

E l'obiettivo - stando alle motivazioni del giudice - fu per altro parzialmente raggiunto: lo sarebbe stato ancor più in assenza dell’intervento giudiziario.

 

Commenti
Lascia il tuo pensiero

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Seguici sui nostri canali