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Lupo "declassato", gli effetti sulla Toscana dove si verificano continui avvistamenti

La specie passa da "rigorosamente protetta" a "protetta": via ai piani di contenimento degli animali. Il senese e la Maremma le zone più popolate

Lupo "declassato", gli effetti sulla Toscana dove si verificano continui avvistamenti
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Lo status di salvaguardia del lupo è passato da "rigorosamente protetto" a "protetto". Non è solo questione di avverbi. Il cambiamento ratificato dall'Unione Europa con l'approvazione della proposta per modificare la cosiddetta 'direttiva Habitat conferisce la possibilità ai governi nazionali e territoriali di autorizzare piani di contenimento.

La situazione nel senese e in Maremma

In altre, più crude, parole: se ci sarà necessità di tutelare la sicurezza delle persone, gli animali potranno essere eliminati. Specialmente in Toscana, gli avvistamenti di lupi negli ultimi tempi sono stati moltissimi, anche vicino a centri abitati. Si hanno notizie di predazioni a greggi e animali, ma non c'è mai stata una segnalazione di danni a persone. Il Senese e la Maremma sono le zone più interessate: nell'area del Grossetano, secondo Coldiretti, solo nell’ultimo anno una sessantina di allevamenti sono stati visitati dai lupi, con 200 animali uccisi o tramortiti.

"Una risposta al grido d'aiuto degli allevatori"

Coldiretti parla di una "probabilità di presenza molto elevata in Toscana" dove l'animale "ha colonizzato quasi la totalità degli ambienti idonei e dove non è più inusuale incontrarlo anche vicino alle abitazioni come testimoniato da numerosi video e incontri".  Nel commentare la decisione della Ue, la presidente Letizia Cesani definisce la decisione razionale e coerente. “Si risponde – spiega - a una precisa richiesta di aiuto da parte degli allevatori sopraffatti dalle predazioni e di tutta la filiera lattiero-casearia che è un motore importante del nostro agroalimentare e del nostro turismo".

L'aumento esponenziale in Italia

In Italia, poi, la presenza di lupi ha conosciuto una vera e propria impennata. Negli anni ’90 si contavano circa 500 esemplari, l’ultimo censimento dell’Ispra ne ha rilevati circa 3.300, 950 nelle regioni alpine e quasi 2.400 lungo il resto della penisola.

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