Ex bidello condannato per favoreggiamento mafioso: respinto il ricorso contro il licenziamento
Dai documenti processuali emerge che l’uomo avrebbe fatto da tramite tra due esponenti di spicco di Cosa Nostra

Era stato assunto come collaboratore scolastico in una scuola superiore di Firenze, dopo essersi trasferito dalla Sicilia per ricominciare una nuova vita. Ma il passato è tornato a bussare alla porta del 39enne originario di Petralia Sottana (Palermo), condannato in via definitiva nel luglio 2023 per favoreggiamento aggravato da modalità mafiose nell’ambito dell’inchiesta “Montagna” condotta dalla Dda di Palermo.
Come riferisce il quotidiano La Nazione, la Corte di Cassazione ha confermato la pena a tre anni di reclusione, oltre all’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni. Tredici giorni dopo, l’Ufficio scolastico territoriale di Firenze ha disposto il licenziamento dell’uomo, che ha fatto ricorso. Il tribunale del lavoro di Firenze, con sentenza recente, ha respinto l’istanza.
Secondo la giudice Silvia Fraccalvieri, le condotte sono incompatibili con un ambiente scolastico, che ha la finalità di educare e trasmettere valori di legalità. Dai documenti processuali emerge che l’uomo avrebbe fatto da tramite tra due esponenti di spicco di Cosa Nostra, aiutandoli a comunicare eludendo le indagini. Inutili, ai fini della causa civile, i documenti depositati dalla difesa sul suo inserimento in un percorso di semilibertà e affidamento ai servizi sociali.
Anche la Cassazione aveva definito la pena “blanda” rispetto alla gravità dei fatti, sottolineando che l’uomo aveva agevolato “le trame delittuose” di noti uomini d’onore dell’agrigentino.