Violenza sessule in auto a Cecina (Livorno): condannato un insegnante della Garfagnana
Pena di due anni per l'uomo, che ha annunciato ricorso in appello

Un insegnante originario della Garfagnana è stato condannato a due anni di reclusione per violenza sessuale. La pena è stata sospesa, subordinata al superamento di un programma di recupero.
La violenza
L'uomo, 36 anni, avrebbe dato un passaggio in auto a una conoscente in quel momento ubriaca fuori da un locale di Marina di Cecina, baciandola poco dopo averci scambiato qualche battuta sull’abitacolo, tentando un approccio sessuale sotto casa di lei e – dopo il rifiuto della giovane, una ventiduenne di Cecina – l’avrebbe portata 300 metri lontano dall’abitazione per picchiarla, sferrandole un pugno talmente forte da farle saltare gli occhiali da vista, lasciarla per strada e fuggire in auto.
Le motivazioni
"Sul corpo aveva segni evidenti delle gravi percosse patite e dal momento in cui fu soccorsa ha riferito, in modo coerente e costante, di essere stata percossa e toccata dall’imputato", si legge nella sentenza.
Sono state depositate le motivazioni, con la vittima – una donna originaria di Cecina che oggi ha 27 ann – che beneficerà del pagamento delle spese processuali e di un risarcimento provvisorio di cinquemila euro.
L'uomo era in vacanza
I fatti contestati sarebbero avvenuti il 5 settembre del 2020, all’incirca fra le 2,30 e le 3 di notte, mentre l’imputato si trovava in vacanza sulla Costa degli etruschi, luogo che da tempo già frequentava. Per l’insegnante la pm Antonella Tenerani, al termine della requisitoria, aveva chiesto l’assoluzione.
Le prime fasi dell'indagine
In fase di indagini preliminari, per altro, sempre la procura chiese l’archiviazione, poi respinta dal giudice per le indagini preliminari dopo che il legale cecinese aveva chiesto a palazzo di giustizia (con successo) che la vittima potesse essere ascoltata. Tenerani, nelle sue conclusioni, si era concentrata sui buchi orari di quanto accaduto a suo parere mal ricostruiti prima nella querela, poi dalle testimonianze raccolte durante il dibattimento, convincendosi che il trentacinquenne dovesse essere assolto.
Il processo e il ricorso in appello
Ma dopo un lungo dibattimento è arrivata la condanna: il racconto della giovane è stato ritenuto credibile. La condanna del giovane è arrivata in primo grado, l'insegnante ha fatto appello.