Selfie al museo, ma a caro prezzo: agli Uffizi arrivano le balaustre anti-incidenti
Dopo il danneggiamento del ritratto del Gran Principe, la Galleria corre ai ripari. E scoppia il dibattito: sicurezza o controllo sui visitatori?

È bastato un movimento maldestro, una foto di troppo, e il ritratto settecentesco del Gran Principe Ferdinando de’ Medici ha subito un danno serio. Succede lo scorso 21 giugno 2025, nel cuore di una delle mostre più prestigiose degli Uffizi, Firenze e l’Europa.
Arti del Settecento agli Uffizi: un visitatore italiano si fa fotografare davanti al dipinto di Anton Domenico Gabbiani, fa un passo indietro e finisce per sfondare la tela.
Il danno, fortunatamente, è circoscritto (l’urto ha interessato l’area dello stivale del Gran Principe), ma ha acceso un allarme che oggi ha portato a un cambio di passo: l’installazione di nuove balaustre di protezione lungo tutto il percorso espositivo.
La sicurezza prima di tutto
Con la riapertura della mostra, avvenuta il 2 luglio dopo alcuni giorni di sospensione, i visitatori si trovano di fronte non solo a una diversa collocazione delle opere, ma a un chiaro segnale di allerta. Le nuove balaustre – più alte, visibili e solide rispetto alle pedane precedenti – sono accompagnate da cartelli bilingue:
"Attenzione. Non appoggiarsi ai distanziatori".
Un messaggio inequivocabile, frutto di una riflessione profonda sul ruolo del pubblico nei musei contemporanei.
Un museo non è uno studio fotografico
Il direttore degli Uffizi, Simone Verde, non ha usato mezzi termini. Per lui, l’incidente è il sintomo di una tendenza che rischia di mettere a rischio la funzione stessa dei musei.
"Il problema di chi entra nei musei solo per farsi selfie è ormai dilagante – ha dichiarato – e prenderemo provvedimenti chiari contro comportamenti che non rispettano il valore del patrimonio culturale".
Una presa di posizione forte, che apre a possibili limitazioni sull’uso di smartphone e video all’interno delle sale, sulla scia di quanto già accade in altri musei europei come il Prado di Madrid o il Van Gogh Museum di Amsterdam, dove le restrizioni sono finalizzate a garantire non solo la sicurezza delle opere, ma anche il decoro della visita.
Nel frattempo, la mostra prosegue fino al 28 novembre. Con nuove regole, nuove barriere e una consapevolezza più chiara: dietro ogni opera c’è una storia, ma anche una responsabilità.