Il ricatto hot che scuote la politica pratese: foto rubate, lettere anonime e accuse di pedofilia al candidato di FdI
Protagonista suo malgrado è Tommaso Cocci, avvocato di 34 anni, capogruppo in consiglio comunale e nome indicato dal partito come candidato di punta alle prossime regionali

"Se ti candidi ti distruggiamo la vita". Minacce, lettere anonime, accuse di pedofilia, di uso di droghe, di legami con la massoneria. È la bufera che scuote Fratelli d’Italia a Prato, come anticipa Il Fatto Quotidiano, e che vede al centro Tommaso Cocci, avvocato di 34 anni, capogruppo in consiglio comunale e nome indicato dal partito come candidato di punta alle prossime regionali.
La vicenda parte da due plichi recapitati tra febbraio e aprile: dentro c’erano lettere di minacce e fotografie intime. Alcune autentiche, altre fotomontaggi. Il messaggio era chiaro: ritirarsi dalla corsa elettorale o subire un linciaggio mediatico e personale.
Cocci ha denunciato tutto alla Procura di Prato, raccontando di essere caduto in una trappola online, un adescamento che avrebbe permesso a qualcuno di entrare in possesso delle immagini. E indica un sospettato: un altro esponente di Fratelli d’Italia, a sua volta aspirante a entrare nelle liste elettorali. Proprio nei giorni delle prime minacce, lo stesso consigliere aveva presentato in aula una mozione per imporre test antidroga ai colleghi.
Gli inquirenti indagano da mesi, ma intanto la vicenda si intreccia con i delicati equilibri politici della città.
Prato arriva a queste elezioni regionali già segnata dalle dimissioni della sindaca dem Ilaria Bugetti, indagata per corruzione. Il centrodestra puntava a capitalizzare quella crisi con la candidatura di Cocci, astro nascente del partito e fratello dell’attore Marco Cocci.
Ma le lettere anonime colpiscono proprio su un punto politico sensibile: l’appartenenza alla massoneria. Cocci ammette di aver fatto parte della loggia “Sagittario”, la stessa finita nell’inchiesta che coinvolge l’imprenditore tessile Riccardo Matteini Bresci, accusato di aver indirizzato migliaia di voti. L’avvocato spiega però di essersi “messo in sonno” già a giugno e nega qualsiasi legame con l’imprenditore.
«Non mi faccio minacciare», ha detto. E conferma la sua intenzione di andare avanti con la candidatura, convinto che dietro ci sia una lotta interna al partito.
Un caso che, a poche settimane dal voto, rischia di trasformarsi in un terremoto politico dentro Fratelli d’Italia, mentre la campagna elettorale toscana si apre nel segno di accuse, sospetti e veleni.