Notte di tensione per la Polizia Penitenziaria di Prato, con un episodio che riaccende i riflettori sulle criticità del carcere. Tra lunedì e martedì, un detenuto della Casa Circondariale è stato accompagnato al Pronto soccorso per accertamenti clinici.
Dopo la disposizione di una tac, l’uomo ha preteso di fumare una sigaretta nonostante i divieti. Al rifiuto, è andato in escandescenze lanciando oggetti, minacciando il personale e rifiutando le cure.
La situazione è degenerata all’uscita dall’ospedale, quando il detenuto ha aggredito la scorta colpendo con le manette al volto un giovane agente, che ha riportato una ferita al labbro e la rottura degli occhiali. Solo l’intervento dei colleghi ha permesso di contenerlo e riportarlo in carcere.
“È l’ennesima dimostrazione delle condizioni insostenibili in cui operano i nostri agenti – denuncia Francesco Oliviero, segretario toscano del SAPPE – costretti a turni estenuanti, con ferie limitate e in un contesto sempre più difficile”. Il sindacato chiede interventi urgenti e annuncia possibili proteste se non arriveranno risposte concrete.
Il segretario generale Donato Capece parla di:
“momenti di grande tensione e pericolo, gestiti con coraggio e professionalità”, sottolineando come aggressioni e colluttazioni siano ormai all’ordine del giorno. Capece critica inoltre il ricorso sistematico a visite ed esami fuori dal carcere, che impongono un impiego massiccio di personale di scorta, e definisce “un errore” la scelta di delegare la sanità penitenziaria alle Asl.
Per il Sappe serve “un nuovo modello custodiale” capace di tutelare sia la sicurezza dei cittadini che la dignità degli agenti, oggi sempre più sotto pressione.