Prima è stata assunta per un mese, poi il suo contratto è stato proroga di tre mesi, dopo di altri quattro, infine c’è stato l’annullamento della proroga. Motivo? La dipendente è in stato di gravidanza. E’ il caso di una dipendente dell’area di sosta del tratto autostradale aretino.
“Storia simbolo”
“Questa che si è verificata in un punto di ristoro – è il commento della Filcams Cgil – è una storia simbolo del precariato e di come possono ancora oggi essere trattate le donne e cioè buttate fuori dal posto di lavoro in mezz’ora perché stanno diventando madri”.
I tempi strettissimi
“Nella ristorazione autostradale la maternità anticipata è obbligatoria e quindi la lavoratrice, appena venuta a conoscenza del suo stato di gravidanza, ha inviato un messaggio Whatsapp all’azienda comunicando il suo stato interessante. Mezz’ora dopo l’impresa ha formalizzato al Centro per l’impiego la decisione di annullare immediatamente la proroga del contratto che sarebbe scaduto nel gennaio del prossimo anno”.
In questo modo la dipendente non potrà riscuotere né la maternità né mantenere il suo posto di lavoro. Fine immediata del lavoro e di ogni forma di salario.
L’impugnazione del provvedimento
“La Filcams Cgil ha impugnato il licenziamento e chiesto il ripristino del rapporto di lavoro. Il suo futuro occupazionale sarà materia di discussione davanti al giudice ma come Filcams Cgil non possiamo tollerare che una dipendente venga cacciata dal lavoro solo perché aspetta un figlio”.