Meno olive ma rese promettenti in frantoio. Le prime spremiture delle drupe nelle olivete costiere dove è appena partita la campagna segnano un incoraggiante incremento medio delle rese di due-tre punti percentuali rispetto allo scorso anno.
Un elemento non trascurabile nel contesto di un’annata olivicola di scarica un po’ in tutta la Toscana. Si raccoglieranno meno olive: un dato messo in conto dagli olivicoltori.
Un’altalena che rientra perfettamente nel ciclo produttivo dell’olivo. Stabili i prezzi all’ingrosso. A dirlo è Fabrizio Filippi, Presidente del Consorzio di Tutela dell’olio extravergine Toscano IGP. Per il più importante Consorzio di olio IGP a livello nazionale, la nuova annata segna il debutto del contrassegno anti contraffazione della Zecca di Stato.

La “fascetta”, elaborata e stampata dall’Istituto Poligrafico dello Stato, abbraccerà il collo di ogni bottiglia di olio Toscano IGP in commercio dal prossimo 10 ottobre portando i livelli di tutele, trasparenza e sicurezza ai massimi standard garantiti dalla più avanzata tecnologia anti-frode.
“La maremma – spiega il presidente del consorzio di tutela – è come consuetudine la prima area della regione a partire con la raccolta e da li arrivano le prime indicazioni di una stagione che dal punto di vista della quantità di olive presenti sulle piante è inferiore alla passata. Non avremo quindi le quantità di olive dello scorso anno, e di questo ne eravamo consapevoli, ma tutto sommato saremo in grado di garantire una qualità eccellente grazie proprio alla certificazione e ai requisiti previsti dal disciplinare di produzione”.

Prime stime del Consorzio di Tutela
Il Consorzio di Tutela azzarda le prime stime: avremo una produzione di olio toscano IGP tra i 22 ed i 25 mila quintali di olio. Un risultato, dal punto di vista quantitativo, inferiore alla media degli ultimi cinque anni e molto lontano dalla precedente annata con 35 mila quintali certificati, quasi un record. Un incremento del 16,7% considerando tutto il settore (dati Irpet). La presenza della mosca olearia, incentivata da un’estate con temperature insolitamente miti (la mosca odia il caldo), ha tenuto costantemente in allarme gli olivicoltori. “Le aziende – spiega ancora Filippi – oggi dispongono degli strumenti di monitoraggio e di contenimento per affrontare con tempestività questo temibile insetto che danneggiano le produzioni”.

Aumenti dei costi di produzione
I costanti aumenti dei costi di produzione sono un altro elemento che costituisce una criticità per tutto il comparto. “Dietro la produzione di un litro di olio c’è un anno di lavoro reso sempre più complicato ed impervio dai fattori climatici, che non garantiscono più raccolti costanti ed omogenei e dalla concorrenza di prodotti stranieri di bassissima qualità. La competitività di questo settore, così importante per la nostra agricoltura e la nostra alimentazione, dipenderà sempre di più dalla capacità degli olivicoltori di migliorare le tecniche di produzione e gestione delle olivete, ottimizzando e riducendo i costi di produzione, ed investendo sulla qualità e sulle certificazioni come la IGP che sono un elemento di garanzia che oggi consente per esempio di non risentire del peso dei dazi americani. La richiesta di Toscano IGP è in costante aumento su tutti i mercati internazionali.