"Squadra Interforze" in azione in una tintoria al Macrolotto: presenti lavoratori clandestini e assenza di sicurezza
Ancora in azione la "Squadra Interforze" coordinata dalla Questura di Prato per i controlli dedicati alle normative da rispettare sui luoghi di lavoro: nei guai il titolare di una tintoria cinese al Macrolotto Uno.

Ieri pomeriggio, giovedì 22 ottobre, con inizio alle ore 15 circa, la “Squadra Interforze”, composta da personale della Polizia di Stato di Prato appartenente alla Squadra di Polizia Amministrativa della Divisione PASI della Questura di Prato, al locale Comando Provinciale Guardia di Finanza, alla locale Polizia Municipale, all’Ispettorato Territoriale del Lavoro, all’A.R.P.A.T., all’A.S.L. e all’ALIA Servizi Ambientali, ha effettuato il controllo di una tintoria, gestita da un cittadino cinese, sita a Prato in via Gora del Pero, nella zona industriale del Macrolotto Uno.
Clandestini e misure di sicurezze eluse in una tintoria cinese in via Gora del Pero al Macrolotto
All’interno dell’azienda venivano identificati 11 cittadini stranieri, di cui 6 intenti in attività lavorative uno dei quali, un trentacinquenne pakistano, risultava essere clandestino sul Territorio Nazionale.
Generalizzato in loco anche un secondo straniero irregolare, un quarantasettenne cinese, non intento in attività lavorative, entrambi i predetti clandestini venivano condotti in Questura, denunciati in stato di libertà per il reato di ingresso e soggiorno illegale nello Stato Italiano, quindi muniti di ordine di espulsione dal T.N.
Il quarantaseienne titolare cinese della tintoria, non presente al momento del controllo, veniva pertanto denunciato in stato di libertà per il reato di sfruttamento della manodopera clandestina, ai sensi dell’22 comma 12° del T.U. Immigrazione.
Le verifiche effettuate nell’attività produttiva portavano, inoltre, ad accertare che tre bombole di gas venivano utilizzate senza le dovute accortezze di custodia, elevandosi così una sanzione pari a 400 euro. La rilevata presenza di un lavoratore clandestino, inoltre, determinava l’irrogazione di una sanzione pari a 3.200 euro, mentre l’accertata gestione incontrollata dei rifiuti nonché la mancanza di autorizzazione dello scarico di acque meteoriche determinavano il deferimento all’Autorità Giudiziaria del titolare della ditta per i reati previsti in materia.
Veniva altresì contestata la mancata manutenzione dei macchinari produttivi, la non corretta gestione delle sostanze chimiche utilizzate nei cicli di lavorazione, le scarse condizioni igienico sanitarie dei locali spogliatoi, la mancanza del cartello indicante la portata del solaio degli uffici, con conseguente denuncia del titolare e contestazione a suo carico di sanzioni amministrative per oltre 8.000 euro.