Chiara Francini: "Il mio omaggio a Campi Bisenzio e alla sua gente"
L'intervista che l'attrice campigiana Chiara Francini ha rilasciato lo scorso 11 dicembre al nostro settimanale "Bisenziosette".

L'intervista alla campigiana Chiara Francini pubblicata lo scorso 11 dicembre su "Bisenziosette" per parlare del Natale che sarà.
L'intervista a Chiara Francini
L’eclettica artista di Campi Bisenzio ha pubblicato, proprio nei giorni scorsi, il suo terzo romanzo. “Il cielo stellato fa le fusa”, è la commedia umana contemporanea scritta da Chiara Francini, una raccolta di novelle, fatte di vita, con il gatto Rollone superstar, voce narrante che accompagna il lettore nella lettura delle pagine piene di speranza ed ironia. Il romanzo è anche un tributo a Campi Bisenzio, città nella quale Chiara è cresciuta e ha vissuto per molti anni prima di spiccare il volo come attrice di successo. Il nuovo libro, come ha confermato la stessa autrice a Bisenziosette, è una sorta di riscrittura del Decameron: «E’ vero – ha precisato – mi sono ispirata a Boccaccio perché mi dava l’opportunità di dar spazio alla grande curiosità e al grande amore che ho per gli esseri umani e per il paese dal quale provengo tant’è che il romanzo si apre con una ricetta contadina di Campi Bisenzio “il cielo stellato” che dà anche il nome al romanzo e con una citazione da “Maledetti toscani” nel quale si parla dei campigiani. Un vero e proprio atto d’amore per il mio paese». La città di Campi Bisenzio ha dunque ispirato l’artista nella scrittura delle novelle. «Tutti i personaggi che animano le pagine del romanzo – ha precisato Francini – sono ispirati a persone che ho conosciuto realmente o che mi sono stati raccontati. In particolare la figura di Lauretta, la governante di villa Peyron al Bosco di Fontelucente che si occupa della cucina con sapienza e arte, preparando deliziosi manicaretti, è di Campi Bisenzio». Il cielo stellato fa le fusa, edito da Rizzoli, è la storia di quattro ragazze e quattro ragazzi che restano rinchiusi in una villa sontuosa a Fiesole e che, ispirandosi al Decameron di Boccaccio, si mettono a novellare. Come detto in premessa la voce narrante è stata affidata a Rollone, il gatto che Chiara considera la creatura perfetta per antonomasia. «I gatti – ha spiegato la scrittrice – non sanno nascondere i propri sentimenti e Rollone è una summa del toscano perfetto: un gatto sarcastico, monicelliano, amaro, profondamente carnale che guarda e ama gli umani ai quali si sente profondamente legato». Oggi il covid-19 continua a fare paura ed ha già creato una crisi economica senza precedenti. Per questo il nuovo romanzo di Chiara Francini è un inno alla vita. «All’interno delle pagine del libro – ha aggiunto – sono raccontate tante novelle che si rifanno a fatti storici realmente accaduti, tante esperienze di vita di paese. Durante la scrittura, la pandemia ed il lockdown hanno inciso profondamente, perché sono stati momenti nei quali abbiamo compreso come la sopravvivenza sia legata al concetto di comunità. Soltanto concependosi come facenti parte di un organismo unico si può continuare “a campare”, come si dice dalla nostre parti. La vita, dopo una esperienza come quella che abbiamo e stiamo ancora vivendo, deve essere considerata come un concerto: senza i vari elementi non è che silenzio. Spero che il mio nuovo libro possa essere il regalo di Natale dei campigiani – ha concluso Chiara Francini non senza emozione – porto il mio paese sempre nel cuore e stavolta l’ho inserito anche nel titolo e nell’incipit del nuovo romanzo, sbriciolandolo in tutte le pagine. Un vero e proprio omaggio ai “maledetti campigiani” e a quella comunità alla quale mi sento legata».