TARI

Confesercenti Prato: “Inaccettabili aumenti del 22 per cento, dobbiamo ridurre non aumentare”

Il presidente di Confesercenti Prato, Stefano Bonfanti, scrive ai sindaci dei Comuni del territorio pratese.

Confesercenti Prato: “Inaccettabili aumenti del 22 per cento, dobbiamo ridurre non aumentare”
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Il presidente di Confesercenti Prato, Stefano Bonfanti, scrive ai sindaci dei Comuni del territorio pratese: “Cari Sindaci, gli aumenti decisi dall’Ato dei rifiuti è una scelta assurda e inaccettabile. Le imprese pratesi non hanno nessuna responsabilità dei conti dell’Ato. Cari Sindaci è necessario non solo non aumentare la tariffa ma fate in modo di ridurre la TARI”. Da parte sua, Renzo Bellandi, presidente FIEPT Prato, aggiunge: “Altro che aumenti, come deciso dall’assemblea Ato Toscana Centro, del 22% nei prossimi quattro anni e del 6,6 % per il 2021. Chiediamo alle Amministrazione comunali della nostra provincia di mettere mano adesso ad una riduzione sostanziale della TARI”. Con questo appello Confesercenti Prato invita a utilizzare tutte le risorse stanziate dal Governo a favore dei Comuni che sostengono le attività del commercio e del turismo e dei pubblici esercizi in difficoltà per il Covid.

Tari: “Inaccettabili aumenti del 22 per cento

“La decisione dell’Ato dei rifiuti di aumentare nei prossimi anni la tariffa dei rifiuti di ben il 22% è una decisione sbagliata che non tiene conto della realtà che stanno vivendo le imprese pratesi a seguito della pandemia. Le nostre imprese hanno da sempre pagato una tariffa che alla quasi totalità è sempre apparsa elevata e non giustificata dal servizio. Hanno accettato di buon grado tutte le decisioni in merito alla raccolta differenziata con tutte le difficoltà che essa comporta per la gestione della raccolta. Hanno accettato orari della raccolta che molte volte entravano ed entrano in contrasto con le esigenze delle proprie attività. Più di questo che cosa dovevamo fare. E nonostante ciò ora si apprende che si è deliberato di aumentare e di oltre il 22% la TARI. Non è accettabile. Con quale giustificazione, per quali servizi aggiuntivi, con quale piano finanziario e per quali investimenti questo aumento? Abbiamo preso atto delle prime dichiarazioni di contrarietà di alcuni Sindaci e le parole rassicuranti dell’Assessore Benedetta Squittieri che esclude aumenti per il sistema delle imprese. E tutto ciò va bene ma il problema vero è che non è corretto utilizzare risorse finanziarie che potrebbero abbassare la tariffa per coprire costi non giustificati delle aziende pubbliche di smaltimento rifiuti. Il problema vero e quello che le imprese chiedono non è solo quello di non aumentare la tariffa ma di procedere ad una sua sostanziale diminuzione. Le risorse che arriveranno dal Governo e dal Parlamento si utilizzino per abbattere i costi della TARI. Qualsiasi aiuto utile ad attenuare l’impatto finanziario sulle attività economiche che hanno dovuto chiudere o subire le limitazioni imposte a seguito dell’emergenza epidemiologica, è quanto mai fondamentale in questo momento – evidenzia il presidente Stefano Bonfanti – firmatario di una lettera appello a tutti i Comuni della provincia, a mettere in campo ogni risorsa possibile per agevolare la ripartenza delle attività -. È ben nota a tutte le Amministrazioni la difficile situazione in cui versano interi comparti: dal settore turistico ricettivo, a quello dei pubblici esercizi e non di meno gli operatori del commercio”.

Occasione persa?

Un messaggio, questo, che è stato recepito anche dal governo nazionale, che nell’articolo 6 del Decreto Legge 73/2021, di recente pubblicazione, ha dato facoltà ai Comuni di concedere la riduzione della tassa sui rifiuti urbani (TARI) in ragione delle chiusure registrate dalle imprese o in base alle restrizioni subite nell’esercizio delle attività. Per tale finalità, ha istituito un apposito fondo, con una dotazione di 600 milioni di euro per l’anno 2021, la cui ripartizione sarà stabilita a breve da altri provvedimenti ministeriali. I Comuni potranno quindi riconoscere l’agevolazione sulla TARI, decidendo in quale misura e provvedendo anche con risorse proprie o con somme assegnate nel 2020, ma non ancora utilizzate.

“Quest’occasione non può essere persa – rincara il Presidente Bonfanti – poiché molti ristoranti, bar, negozi ecc, in questo momento hanno necessità di evitare ulteriori esborsi finanziari, concentrando le risorse a disposizione soprattutto per investire nella ripartenza e per riconquistare la clientela. Non va dimenticato che, dall’inizio pandemia a oggi, sono svariate iniziative da parte dei Comuni della nostra provincia a supporto delle aziende della ristorazione e del commercio, particolarmente colpite dalle limitazioni alla loro attività. “Siamo i primi a riconoscere quanto finora è stato fatto dalle Amministrazioni locali, chi concedendo la gratuità dei plateatici, chi stanziando contributi a fondo perduto alle aziende che dimostravano ingenti perdite di fatturato, chi prorogando le scadenze dei tributi – evidenzia Bonfanti -. Ma nel ringraziare per quanto è stato fatto, non possiamo che ricordare quanto ancora è possibile fare, per dare “ossigeno” vitale a un tessuto economico ancora molto provato”.

Da parte sua Renzo Bellandi aggiunge: “Chiediamo alle Amministrazione comunali della nostra provincia di mettere mano adesso, immediatamente dopo l’approvazione del Parlamento, visto che quest’anno i tempi tecnici lo permettano, ad una riduzione reale della tassa dei rifiuti nei confronti delle attività commerciali ancora alle prese con le restrizioni dovute alla pandemia. Ci sono, è bene ricordarlo sempre, attività che nell’ultimo anno e mezzo hanno lavorato pochissimo e con continui start and stop. È necessario, prosegue Bellandi, adottare misure agevolative sostanziali per le categorie più colpite dalla chiusura forzata o dalla crisi economica. Attività che se prima ammortizzano le tariffe dei rifiuti su dodici mesi di apertura, anche quest’anno se andrà tutto bene i mesi di lavoro effettivo saranno la metà e quindi quei costi vanno a pesare molto durante sui bilanci”.

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