Il gesto d'amore

ll Nucleo Operativo di Protezione Civile trasporta le cellule per un trapianto in paziente con gravi conseguenze da Covid 19

Da Pavia a Empoli un viaggio complesso fra code e cantieri per salvare una giovane donna di 43 anni.

ll Nucleo Operativo di Protezione Civile trasporta le cellule per un trapianto in paziente con gravi conseguenze da Covid 19
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ll Nucleo Operativo di Protezione Civile trasporta le cellule per un trapianto in paziente con gravi conseguenze da Covid 19

E’ stato scelto il Nucleo Operativo di Protezione Civile per trasportare le cellule stromali mesenchimali (MSC) necessarie per il primo trapianto del genere in Toscana su una giovane paziente di 43 anni ricoverata, per 4 mesi, per una grave forma di polmonite da Covid 19 presso la terapia intensiva dell’Ospedale San Giuseppe di Empoli, diretta dal dr Rosario Spina.

L’applicazione della terapia sperimentale è stata possibile grazie alla collaborazione con il Policlinico San Matteo di Pavia, in cui è avvenuto il primo studio, autorizzato da AIFA per la produzione del farmaco per questo tipo di terapia e dall’Istituto Superiore Sanità nella valutazione degli esiti.

Il trapianto di cellule mesenchimali presso la terapia intensiva di Empoli è stato possibile grazie ad un percorso organizzativo complesso che ha visto coinvolti la direzione sanitaria dell’ospedale di Empoli, il vicedirettore Asl Toscana Centro, la task force aziendale per la sperimentazione clinica, il comitato etico di area vasta centro, il laboratorio trapianti midollo osseo e il reparto terapie cellulari e medicina trasfusionale di Careggi.

Per il delicatissimo trasporto delle cellule mesenchimali che dovevano essere trasportate alla temperatura controllata di -200 gradi centigradi per garantire il corretto svolgimento del trapianti dal laboratorio del San Matteo di Pavia all’Ospedale San Giuseppe di Empoli è stata scelto il Nucleo Operativo di Protezione Civile Logistica dei Trapianti eccellenza mondiale in queste delicatissime missioni dato che il trasporto rappresenta l'anello più debole in tutto il percorso donazione   - trapianto perché tutto si svolge in ambienti ostili (strade, autostrade, traffico, difficoltà meteo, etc..)

La soddisfazione di Massimo Pieraccini che guida da 28 anni l'associazione

 ”Quando una vita è in pericolo e possiamo essere utili a salvarla noi ci siamo felici e orgogliosi che il trapianto abbia avuto successo. Un’altra vita che si aggiunge alle oltre 11.000 che fino ad oggi abbiamo contribuito a salvare. Grazie ai dirigenti Asl Toscana Centro e ai sanitari per fiducia accordata e alle volontarie Nadia Fondelli e Marzia Fanfani che hanno portato a termine la delicatissima missione in due lunghi viaggi dove hanno superato non poche criticità per ridurre i tempi di viaggio aggirando cantieri e lunghe code autostradali.”

Nadia Fondelli e Marzia Fanfani, le volontarie scelte per questa missione sono due veterane dell’Associazione - che conta oltre 80 volontari dislocati in buona parte d'Europa e anche in Usa e Argentina - che in tempo di pandemia sono state molto attive per permettere nonostante la delicata situazione sanitaria nazionale al mondo dei trapianti di andare avanti non nascondono la loro emozione.

“Questa missione che si è svolta in condizioni di traffico intenso è stata complessa  e ha comportato, per superare gli ostacoli dei cantieri e permettere ai sanitari di svolgere il trapianto prima possibile l’organizzazione anche di una staffetta con scambio dinamico di mezzi - hanno dichiarato - la soddisfazione di scoprire che è servita a realizzare un trapianto mai provato prima e necessario per la battaglia contro il Covid 19 la rende davvero speciale anche perché rappresenta una concreta speranza e per noi che da marzo 2020 abbiamo viaggiato in condizioni di grande difficoltà per garantire il regolare svolgimento di trapianti salvavita in epoca di emergenza rappresenta la luce in fondo al tunnel.” concludono le volontarie.

 

 

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