Foraceca, il borgo dal 1500 della famiglia Carmannini
Subito sopra Montecuccoli diviso tra tre comuni e due province con una storica chiesa al cui interno si trova un piccolo tesoro.

La famiglia Carmannini è arrivata da Roma nel piccolo borgo sopra Montecuccoli intorno al 1500 e da allora non se n’è più andata.
Siamo a Foraceca, dove oggi i fratelli Roberto e Cristian, insieme alla moglie Gabriella, hanno deciso di tornare a vivere e aprire un’azienda agricola. Qui negli anni hanno ricomprato i vari edifici e appezzamenti di tutto il borgo che erano stati frazionati negli anni dai parenti e con grande impegno li stanno finendo di ristrutturare. L’obiettivo è quello di continuare a far vivere il piccolo borgo che circa cinquecento anni prima ospitò i loro antenati arrivati da Roma e che è sempre rimasto alla loro famiglia nei secoli.
Per chi conosce la zona, capirà subito che si tratta di per sé di un luogo molto sui generis. La particolarità della zona di Montecuccoli, e del poggio di Foraceca che si trova subito sopra, sta nel fatto che negli ultimi trent’anni è stato frazionato tra i comuni di Vernio, Cantagallo e Barberino del Mugello, tre comuni e due province. E così se le abitazioni di Foraceca si trovano nel comune di Vernio, il chiesino storico e il podere intorno è sotto il comune di Cantagallo, mentre i boschi sono ancora su Barberino del Mugello.
E il chiesino, ancora consacrato, è sicuramente una delle caratteristiche che fanno rimanere Foraceca impressa nella mente e nel cuore.
All’interno della cappella si trova un quadro del Seicento, una Visitazione veramente particolare con una mano ritenuta da molti interessante e che pare la stessa che si trova nell’opera di Sant’Agata della Rocca di Vernio. Ma la magia più grande che avvolge questo territorio è sicuramente la passione che anima i due fratelli e che li ha visti prendere la decisione di mollare tutto e da Prato tornare a vivere nel borgo antico della famiglia.
«Vivevamo qui da piccoli - hanno spiegato i due che ci mostrano la zona da cui si sovrasta non solo tutta la valle del Bisenzio, ma da cui si può scorgere anche il cimitero del Passo della Futa e Sasso Marconi - e la nonna ci raccontava che i nostri antenati erano arrivati qui da Roma con sette asini carichi d’oro. Avevano trovato una capanna (che ancora, in muratura, si trova all’interno del borgo poco distante dalla chiesa, ndr) e all’interno di questa, si narra, un’anziana signora cieca. E loro, con cattiveria, le avevano detto: “Fora cieca, fora cieca” per scacciarla. E da quel momento questa zona avrebbe preso il nome di “Foraceca”».
Storie tramandate di generazione in generazione che hanno sempre affascinato i due fratelli che così alcuni anni fa hanno deciso di ricomprare con tutti i loro risparmi i vari edifici di Foraceca che nel tempo erano stati frazionati tra fratelli e parenti e nel 2008 Cristian ha aperto l’azienda agricola Foraceca. Nel 2015, una volta andato in pensione, anche il fratello più grande, Roberto, è tornato a stare a Foraceca. «La nostra è stata una scelta di vita - hanno spiegato loro - Se pensiamo che i nostri antenati hanno vissuto qui da cinquecento anni, ci dispiaceva l’idea di perdere tutto. Per noi è un’eredità storica molto importante e così abbiamo deciso di buttarci in questa avventura».
L’azienda agricola oggi produce dalla farina di castagne alle patate passando dal miele. Arrivano da molto fuori provincia per acquistare i loro prodotti, da Pistoia ma anche da Lucca così come da Grossetto. E tutti, ogni volta, rimangono affascinati da questo territorio, al di fuori del tempo e dello spazio.
Ma non è tutto rose e fiori (o per meglio dire nel loro caso, miele e castagni) perché i due fratelli si sono ben presto dovuti dimenticare le vite agiate di un tempo, preferendo investire tutti i loro risparmi in Foraceca e nella sua azienda agricola, così come nella chiesa seicentesca che ancora oggi porta inciso il nome dei primi Carmannini che la costruirono e che, siamo sicuri, continuano a guardare con occhio benevolo e di viva soddisfazione i due fratelli che stanno riportando alle antiche origini l’antico borgo.