Mattarella a Barbiana per il centenario di don Milani: "Era un uomo scomodo"
Le celebrazioni sabato scorso con molte autorità, tra cui i ministro dell'Istruzione

“Se voi avete il diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri io non ho Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall'altro. Gli uni sono la mia Patria, gli altri i miei stranieri”. Scriveva così don Lorenzo Milani, nella “Lettera ai cappellani militari”. Sabato 27 maggio 2023 anche il presidente Sergio Mattarella si è recato a Barbiana per celebrare, ricordare, testimoniare il pensiero del priore a cento anni dalla sua nascita.
Mattarella: "Don Milani era un testimone scomodo"
Il presidente della Repubblica lo ha definito un "Prete scomodo'', a lungo perseguitato dalle gerarchie e grande educatore.
"È stato anzitutto un maestro. Un educatore - ha detto Mattarella - Guida per i giovani che sono cresciuti con lui nella scuola popolare di Calenzano prima, e di Barbiana poi. Testimone coerente e scomodo per la comunità civile e per quella religiosa del suo tempo. Battistrada di una cultura che ha combattuto il privilegio e l’emarginazione, che ha inteso la conoscenza non soltanto come diritto di tutti ma anche come strumento per il pieno sviluppo della personalità umana".
"La scuola è di tutti. La scuola deve essere per tutti"
"Spiegava don Milani, avendo davanti a sé figli di contadini che sembravano inesorabilmente destinati a essere estranei alla vita scolastica: “Una scuola che seleziona distrugge la cultura. Ai poveri toglie il mezzo di espressione. Ai ricchi toglie la conoscenza delle cose”. Impossibile non cogliere la saggezza di questi pensieri. Era la sua pedagogia della libertà. Un grande italiano che, con la sua lezione, ha invitato all’esercizio di una responsabilità attiva.
Il suo “I care” è divenuto un motto universale. Il motto di chi rifiuta l’egoismo e l’indifferenza. A quella espressione se ne accompagnava un’altra, meno conosciuta. Diceva: “Finché c’è fatica, c’è speranza”. La società, senza la fatica dell’impegno, non migliora. Impegno accompagnato dalla fiducia che illumina il cammino di chi vuole davvero costruire. E a don Lorenzo ha percorso un vero cammino di costruzione".
Aveva un senso fortissimo della politica don Lorenzo Milani. Se il Vangelo era il fuoco che lo spingeva ad amare, la Costituzione era il suo vangelo laico. “Ho imparato che il problema degli altri è eguale al mio. Sortirne insieme è la politica. Sortirne da soli è l’avarizia”. Difficile trovare parole più efficaci.
Intervento di Rosy Bindi per l'apertura Centenario don Milani
"Il 27 maggio 1923 nasceva a Firenze Lorenzo Milani - ha aggiunto Bindi - Ma noi siamo qui e non a Firenze, perché Barbiana, dove viene esiliato a 31 anni, diventa subito il luogo del suo riscatto e della sua salvezza. A don Bensi, suo padre spirituale, e alla madre che lo invitavano a considerare questa parrocchia un banco di prova provvisorio, rispondeva: “Non c’è motivo di considerarmi tarpato se sono quassù. La grandezza d’una vita non si misura dalla grandezza del luogo in cui s’è svolta. E neanche le possibilità di far bene si misurano sul numero dei parrocchiani”. Aveva ragione.
Questo centenario vorremmo fosse un’occasione per restituire Lorenzo Milani alla verità del suo magistero e della sua persona, per tornare ad ascoltare la sua voce. Milani resta una spina nel fianco anche per noi. Il suo pensiero è chiaro, diretto, non ha bisogno di esegeti e ha ancora molto da dire. È sufficiente leggere i suoi scritti pubblici e il suo epistolario, senza limitarsi a poche pagine o alle frasi più famose".
Il saluto del ministro dell'Istruzione Valditara
Tra i presenti anche il ministro dell'Istruzione, Giuseppe Valditara.
"Una ricorrenza che fatalmente cade durante un periodo di grandi trasformazioni nella scuola italiana, e che ci invita, oggi più che mai, a riflettere sia sulle misure già in atto sia sui cambiamenti che intendiamo promuovere a favore dei nostri studenti, prendendo a modello coloro che in questo si sono distinti. Fra tali figure esemplari, c'è quella di Don Lorenzo Milani.
Perché la vita e l'opera del maestro-sacerdote di Barbiana sono state profondamente, in maniera totalizzante, dedicate all'insegnamento inteso come forma di aiuto e guida concreta e affinché i giovani e i meno giovani traessero dall'apprendimento forza e strumenti per affrontare le difficoltà della vita.
Tali princìpi ispira tori del pensiero di Don Milani possono essere di stimolo ancora oggi per ispirare le scelte più opportune per l'educazione dei nostri giovani".