"Stop alla VIA"

“Amiata, no alle pale eoliche”

L'ipotesi di sette torri alte 200 metri nel cuore della montagna scatena associazioni ambientaliste e residenti

“Amiata, no alle pale eoliche”

Insieme a residenti, agriturismi e aziende agricole, Italia Nostra guida una vera e propria mobilitazione contro le pale eoliche sull’Amiata.

Il progetto

Sette torri eoliche alte duecento metri nel cuore dell’Amiata grossetano: è il progetto da proposto in località  L’Abbandonato, tra i Comuni di Arcidosso, Civitella Paganico, Cinigiano, Campagnatico, Roccalbegna e Manciano, che sta sollevando un’ondata di preoccupazione tra cittadini e appunto ambientalisti che ha presentato al Ministero dell’Ambiente denunciando “Gravi criticità in termini di sicurezza pubblica, tutela del paesaggio e gestione delle emergenze antincendio”.

“Stop alla VIA”

In particolare, per l’associazione l’impianto risulta incompatibile con i corridoi aerei antincendio e con il Piano regionale Aib, che vieta ostacoli lungo le rotte dei mezzi di soccorso. Italia Nostra chiede quindi al ministero e alla Regione Toscana di sospendere il procedimento di Valutazione di Impatto Ambientale.

Il problema degli incendi

L’area individuata per il parco eolico è una delle più vulnerabili della Toscana sul fronte incendi. Solo nell’agosto di quest’anno, un rogo durato una settimana ha distrutto oltre 400 ettari tra Cana, Cinigiano e Roccalbegna, impegnando 4 Canadair, 7 elicotteri e più di 200 operatori.

In uno scenario simile, secondo Italia Nostra, la presenza di sette aerogeneratori alti 200 metri rappresenterebbe “un ostacolo insormontabile” per i mezzi aerei antincendio, che operano con sganci a bassa quota”.

“Prima la sicurezza dei cittadini”

“Collocare pale eoliche in una zona già devastata dal fuoco – commenta Francesco Pratesi che guida la sezione maremmana di Italia Nostra – significa rendere impossibili le manovre dei Canadair e mettere a rischio la sicurezza di abitazioni e centri abitati. La sicurezza dei cittadini deve venire prima di qualsiasi speculazione energetica”.

Verso un distretto industriale dell’energia

Nella zona c’è inoltre l’ipotesi della costruzione di altri tredici impianti: “una prospettiva che trasformerebbe – aggiunge Italia Nostra – uno dei paesaggi più autentici della Toscana in un distretto industriale dell’energia.

“È sconcertante – conclude Pratesi – che progetti da decine di milioni di euro possano essere esaminati senza garanzie economiche e tecniche. I territori non possono diventare laboratori di avventure speculative”.