Covid, muore autista della Croce d’Oro
Alessandro Donati è scomparso all’età di 67 anni, da tre mesi lottava contro il virus

Ci ha provato con tutte le sue forze a sconfiggere quel virus che per mesi aveva combattuto indossando la divisa della Croce d’Oro ma per Alessandro Donati non c’è stato più niente da fare. Il covid ha portato via, domenica 21 marzo, lo storico dipendente dell’associazione da anni impegnato a servizio della comunità. Prima volontario è stato poi dipendente dell’associazione ricoprendo diversi ruoli: caposquadra, autista soccorritore è stato poi responsabile della sezione di Maliseti e coordinatore dei servizi socio sanitari. Alessandro ha passato tutta la sua vita a servizio degli altri lasciando un segno in tutti i volontari che dopo di lui hanno vestito la sua stessa divisa e donato il proprio tempo a soccorrere gli altri. Inizialmente ricoverato presso l’ospedale di Prato è stato poi trasferito all’ospedale Careggi di Firenze in seguito ad un peggioramento delle sue condizioni di salute fino a quel tragico giorno. A 67 anni si è spento per sempre dopo aver lottato strenuamente per quasi tre mesi. Una perdita che ha gettato nello sconforto l’intera Croce Oro di Prato da oltre 50 anni legata al volontario scomparso, una grande famiglia che si ritrova adesso a dover fare i conti con una perdita enorme. Brontolo, così lo chiamavano tutti gli amici più stretti, per il suo carattere così “polemico” e dolce allo stesso tempo era per tutti un esempio di tenacia e esperienza e solidarietà. Una vita dedicata agli altri sempre pronto a sostenere tutti e a correre nel momento del bisogno anche fuori dall’orario prettamente lavorativo.
Niccolò, volontario della croce oro di Maliseti ricorda: «Alessandro si è sempre prodigato per il prossimo ed è sempre stata una persona molto volenterosa dando sempre il massimo anche in questa situazione nella quale ci troviamo tutti da un anno. Purtroppo a stare sempre in prima linea si è ammalato e non è riuscito a vincere la sua battaglia». Alessandro non ha neppure avuto il tempo di vaccinarsi come ci racconta il volontario: «Non era rientrato nella prima lista per le vaccinazioni che sono partite il 27 dicembre e lui è stato ricoverato il 10 gennaio - ha concluso- non ha avuto neppure il tempo materiale per potersi vaccinare»
Ed è rotta dalla commozione la voce di Alessandro Coveri, presidente della Croce Oro di Prato nel parlarci del collega e amico Alessandro Donati: «Era nella nostra associazione da una cinquantina d’anni più o meno, da volontario è passato dipendente dove è rimasto fino ad oggi. Questa notizia ci è capitata brutalmente perché si è ammalato a gennaio e pensavamo ce la facesse, cel’ha messa tutta e poi purtroppo è venuto a mancare. Non è facile accettare la cosa quando conosci una persona da più di cinquant’anni. Alessandro a fine anno sarebbe andato in pensione assumendo il ruolo di direttore generale in centrale ma non è riuscito a fare questo passaggio. Una perdita importante soprattutto di un’amico. “Brontolo” come lo chiamavamo, ci ha lasciato il cuore. C’è nato e c’è morto con la divisa. Siamo tutti davvero addolorati in questo momento. Faceva anche i turni da volontario, era sempre disponibile e presente, persone che lasciano un segno netto. La salma resterà alla croce oro per un giorno dove lo saluteremo tutti per l’ultima volta». Il ricordo di Grazia Zuffanelli amica e vicina di casa di Alessandro da molto tempo: «Ci siamo conosciuti nel lontano ‘66 qui al Soccorso dove i nostri genitori avevano la casa in quanto dipendenti del comune. Ci siamo persi di vista quando ci siamo sposati perché siamo andati ad abitare da altre parti e ci siamo ritrovati qui quando è tornato ad abitare nella casa dei genitori e io dopo aver perso mio marito. – ha raccontato la donna- Alessandro brontolava tantissimo ma il suo cuore era enorme tanto quanto le sue brontolate. Era una persona più buona del pane, con i piedi per terra ma un profondo sognatore. Sognava una vita più bella soprattutto per i figli e i nipoti ai quali era legatissimo. Per mio padre si è speso moltissimo, abitando al piano di sotto veniva anche la notte a darci una mano. Me le ricordo bene le litigate che facevano che finivano sempre con una stretta di mano, una persona buona. Anche quando non era in servizio se qualcuno aveva bisogno lui andava, era una persona di famiglia di lui ci siamo sempre fidati tantissimo. C’era sempre. Si fatica a vedere la luce. Le nostre risate, le nostre prese in giro sul calcio e la Juventus. Aveva sempre una parola simpatica per tutti. Una persona che non le mandava a dire a nessuno, pane al pane vino al vino. Indimenticabile quando arrivava con il motore e fischiettava chiamando la moglie e tutti ci affacciavamo alla finestra facendo finta di essere l’Anna». Una perdita gravissima per l’associazione che si somma alla scomparsa del dipendente Andrea Cati avvenuta lo scorso dicembre sempre a causa del covid. Due dipendenti che hanno combattuto in prima linea da marzo scorso per il bene di tutti e che proprio per il loro impegno vengono ricordati con ammirazione e riconoscenza. Anche il presidente del comitato regionale della Croce d’Oro, Dimitri Bettini, ha voluto stringersi attorno al dolore della sezione di Prato attraverso un messaggio di cordoglio. Anna Maria Colella volontaria e amica lo ricorda così: «L’ho conosciuto quindici anni fa quando lavoravo come addetta alle pulizie per un’azienda che si occupava anche della Croce d’Oro. All’epoca facevo già volontariato ma è stato lui ad aiutarmi insegnandomi molte cose sulle ambulanze, mi ha aiutata a crescere tanto che poi ho deciso di fare un corso e da lì abbiamo fatto tanti servizi insieme. Ho anche conosciuto sua figlia nel negozio di abbigliamento e suo figlio per la passione delle moto come il mio- continua Anna Maria- Quando mio figlio ha avuto un incidente in moto ustioni su varie parti del corpo mi ha aiutava moltissimo con le medicazioni. Alessandro era un uomo dai grandi valori, molto altruista insomma una persona unica nel suo genere lascia un grande vuoto dentro di me - ha conluso la donna- Mi unisco al dolore della moglie Anna e dei suoi due figli una famiglia straordinaria». Anche il ristoratore Giuseppe Pistolesi ha voluto raccontarci dell’uomo: «Conoscevo Alessandro dagli anni settanta nella vecchia sede, a quei tempi si facevano tante cene e lui era sempre il primo ad organizzarle. Il soprannome bronolo derivava dal suo essere una persona schietta, mai falsa e sempre diretta nel dire le cose. È sempre stato accettato con molta amicizia perché se lo meritava, ha sempre tenuto al suo volontariato anche quando poi è diventato dipendente. Anche se ci eravamo persi un po’ di vista quando passavo dalla croce d’oro mi sono sempre fermato per un saluto, i rapporti non si sono mai persi – ha continuato Giuseppe- ero ragazzino e lo chiamavo con i suoi soprannomi come tutti. Di lui ho ricordi prevalentemente dagli anni settanta quando il vecchio gestore del bar della Croce Oro ci faceva organizzare le cene e Alessandro tirava le fila pur essendo molto giovane. Un personaggio che non le diceva dietro a nessuno, ci mancherà moltissimo». Una malattia che distrugge senza pietà intere famiglie, fino all’ultimo le speranze che potesse riprendersi erano tante ma alla fine ha malattia ha avuto la meglio. Il dolore si taglia con il coltello, sapere che una delle persone che più di altre si è spesa per la comunità è scomparsa getta tutti nello sconforto più assoluto. Maurizio Lanza, volontario della Croce d’Oro da due anni lo ricorda così «Era una persona buona grande professionista ed il bene degli altri veniva prima di tutto, brontolone così lo chiamavamo, aveva le sue ragioni per farlo. Mi dispiace davvero tanto per la sua scomparsa spero abbia trovato pace ora. Era un grande uomo». In tanti hanno voluto salutare Alessandro nella sede della Croce d’Oro dove è stato esposto martedì 23 marzo. I funerali si sono tenuti giovedì 24 presso la Chiesa di San Giusto.