“Fermate la peste suina prima che sia troppo tardi”! Gli agricoltori e gli allevatori di Coldiretti sono tornati in “piazza” con un presidio questa mattina, giovedì 6 novmebre, in piazza del Giglio a Lucca, di fronte alla Prefettura per chiedere alle istituzioni un cambio di passo nella gestione dell’emergenza che fino qui ha fatto acqua da tutte le parti. Lo stato di mobilitazione era stato deciso durante un incontro lo scorso mercoledì a Castelnuovo Garfagnana.
Il virus che dilaga
Dopo la provincia di Massa Carrara, dove il virus era stato rilevato per la prima volta a luglio 2024 (oggi tutti i 17 comuni della provincia massese sono in zona di restrizione), nelle scorse settimane è toccato alla provincia di Lucca fare i conti con la realtà e pochi giorni fa a quella di Pistoia con l’inserimento del comune di Abetone Cutigliano tra le zone a rischio. Ad oggi sono infatti ben 43 i comuni tra Massa Carrara, Lucca e Pistoia inseriti in zona di restrizione da Peste Suina Africana (PSA) che rientrano nelle Ordinanze Commissariali.
“Una catastrofe per gli agricoltori”
“Troppo deboli – si legge in una nota – le difese schierate, troppo pochi gli abbattimenti che avrebbero dovuto contribuire a rallentare la corsa del virus, troppi i ritardi anche a fronte di Ordinanze specifiche per la Toscana: all’origine di tutto una sottovalutazione dei pericoli e dell’impatto dell’epidemia che espone a conseguenze pesantissime 4 mila allevamenti suinicoli e 140 mila capi presenti in Toscana”.
Attenzione anche ai cinghiali
La pandemia che ora fa tremare tutta la Toscana, rappresenta una catastrofe non solo per gli agricoltori e gli allevatori assediati dai cinghiali selvatici, ma anche per i cittadini e consumatori per i riflessi sociali ed economici anche sui settori della trasformazione e commercio della carne suina e del turismo. La presenza fuori controllo di cinghiali, principali vettori del virus sui territori, rappresenta poi una calamità non solo per le coltivazioni agricole, ma anche per la sicurezza pubblica e stradale.