A piedi a Roma, per salvare la canonica che crolla
Il viaggio di due settimane verso kl Vaticano, diventerà un docufilm

A piedi fino a Roma per chiedere un miracolo: salvare la canonica del paese ma anche le aree interne d'Italia, che rischiano di morire. È pronta a partire la carovana di abitanti di Montegiovi, piccolo paese nell’entroterra grossetano in Toscana, per il pellegrinaggio alla volta del Vaticano, per chiedere udienza a Papa Leone XIV e trovare aiuto nelle riparazioni della canonica, che rischia di crollare per il mancato intervento delle istituzioni.
La partenza è fissata per Sabato 30 agosto. Ore 8:00. I pellegrini sono sette ppaesaniche inizieranno il cammino dalla Chiesa di San Martino di Montegiovi per un viaggio di due settimane, con la statua di Santa Caterina sulle spalle e due asini: lungo il tragitto sono già programmate delle tappe, per incontrare le comunità locali - che affrontano problemi simili di abbandono delle aree interne - e raccogliere le loro lettere, per conoscere le esperienze e le testimonianze di ogni luogo.
Sarà l’occasione anche per il primo ciak del docufilm che racconterà il cammino verso Roma, tra fattorie, tende e rifugi, a cura del regista Davide Tisato, originario di Montegiovi, presente con telecamera in spalla al fianco dei viaggiatori. La storia, infatti, sarà protagonista del film “Il Nostro Miracolo”, una produzione Cloud Fog Haze Picture e Articolture con RSI-Radiotelevisione Svizzera. Il film vede la partecipazione, come assistente di regia e set photographer, di Samuel Nacar, vincitore quest’anno del premio internazionale World Press Photo.
Il cammino attraverserà la bassa Toscana e la Maremma, fino alla Tuscia e alle zone del viterbese, per approdare ai colli romani e finire in Vaticano, dove il gruppo cercherà udienza dal Papa in San Pietro. Dai comuni di Castel del Piano, i pellegrini passeranno i primi giorni da La Selva a Santa Fiora sull’Amiata fino a Castell’Azzara (Grosseto), dove lunedì 1° settembre (dalle 18.30) si terrà un incontro pubblico con le comunità locali per discutere delle conseguenze sociali ed economiche dello spopolamento . Poi ancora da Pratolungo, supereranno il Lago di Bolsena e arriveranno a Blera (Viterbo), dove sabato 6 settembre (dalle 18.30) ci sarà un altro dibattito con gli abitanti del luogo sullo stato delle politiche e delle iniziative locali per risollevare le aree interne. Ancora, il viaggio proseguirà per le frazioni di Bassano, Monterosi e Vallelunga, per arrivare a Monte Mario venerdì 12 settembre, altura a nord-ovest di Roma, dove i viaggiatori prepareranno l’arrivo alla Capitale, alla volta dell’entrata in Vaticano la mattina di sabato 13 settembre. Al loro fianco ci saranno anche due asinelli e la statua di Santa Caterina, che avrà con sé una borsa, pronta a riempirsi di lettere e richieste di chi, lungo il cammino, vorrà accompagnare i pellegrini e donare un pensiero per il proprio paese, raccontare le proprie esperienze e i desideri per il futuro: in questo modo, il gruppo vuole anche omaggiare simbolicamente la Santa, che nella storia religiosa è conosciuta per aver curato un ricco epistolario che affrontava problemi e temi di vita religiosa e sociale di ogni classe, oltre che istanze morali e politiche del tempo, dalla Chiesa ai regni che vivevano l’Europa del 1300.
Dopo assemblee cittadine, incontri e attese, denunce pubbliche, il gruppo vuole chiedere aiuto e ascolto alle massime autorità. Da troppi anni la canonica del paese - una frazione di circa 150 abitanti - versa in uno stato preoccupante e le istituzioni responsabili si rimbalzano le responsabilità. La vicenda rievoca la leggenda di Davide contro Golia, ma soprattutto solleva riflessioni sulla resistenza e la determinazione di una piccola comunità che lotta con passione - tra la tipica ironia e convivialità toscana - per il diritto alla propria esistenza, alle proprie radici e alla propria identità, come per quella di moltissime aree interne in Italia, sparse dagli Appennini alle Alpi.

“La canonica che crolla per noi è la punta dell'iceberg - ha dichiarato il regista Davide Tisato, che da tre anni è tornato a vivere a Montegiovi - tra i tanti problemi che riscontriamo ogni giorno nel nostro paese: nessuno se ne fa carico e i servizi continuano a mancare. Andiamo a Roma per rivendicare i nostri diritti come cittadini. In ogni tappa che faremo lungo il cammino, chiederemo ad altri paesani come noi come stanno, quali sono i loro problemi e le loro speranze, farne tesoro e portare anche la loro voce”.