una di loro ha ferite da guerra

Al Meyer tre bambini e adolescenti originari di Gaza

Arrivati nella notte accompagnati da familiari e fratellini

Al Meyer tre bambini e adolescenti originari di Gaza
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Il Meyer torna ad accogliere tre bambini e adolescenti originari di Gaza. Sono arrivati nel cuore della notte accompagnati da familiari, fratellini e sorelline: una di loro ha riportato un politrauma, dopo essere rimasta coinvolta in un bombardamento. Si tratta di una ragazzina di dodici anni, che ha affrontato il viaggio insieme al fratello: presenta fratture multiple e un trauma da compressione.

Una diciassettenne, invece, arrivata insieme ai genitori e a due sorelle, dovrà essere curata per un’insufficienza renale.

Il terzo arrivato è un piccolo di quattro anni con una grave malattia ematica autoimmune.

L’arrivo di questa notte è stato reso possibile nell’ambito di un programma di assistenza umanitaria del governo italiano, grazie alla Cross e alla Prefettura di Firenze

Nei giorni scorsi dall’aeroporto di Pisa sono partiti tre aerei C130 della 46esima Aerobrigata dell’Aeronautica Militare con destinazione la città di Elat in Israele per una nuova missione MEDEVAC (Medical Evacuation) finalizzata al trasferimento in Italia di pazienti pediatrici con i loro accompagnatori. La missione, coordinata dal Dipartimento della Protezione Civile Nazionale, è gestita dalla Centrale CROSS (Centrale Remota di Soccorso Sanitario) di Pistoia.

Nel team sanitario, anche un medico e un infermiere dell’AOU Meyer IRCCS: Simone Pancani coordinatore delle attività umanitarie e di Protezione civile e Luca Vannucchi in servizio al Dea del pediatrico fiorentino.

Ad attendere i pazienti fuoriusciti da Gaza, come sempre, c’erano gli operatori dei servizi sociali e anche un mediatore linguistico messo a disposizione dalla Fondazione Meyer per agevolare la comunicazione con i medici. Anche l’accoglienza è stata garantita grazie al sostegno della Fondazione Meyer.

Il Meyer ancora una volta offre la propria disponibilità per questo tipo di missioni umanitarie e di Protezione civile, come già successo in passato a Lampedusa per gli sbarchi dei migranti, in Polonia per l’evacuazione dei bambini ucraini con patologia tumorale, in Egitto e Israele per operazioni MEDEVAC di bambini gazawi e al momento dello sbarco nei porti toscani dei pazienti pediatrici soccorsi in mare dalle navi ONG.