L’Associazione Vivaisti Italiani (AVI) è tra i protagonisti di Peatless, il nuovo progetto di ricerca europeo che punta a sviluppare substrati alternativi alla torba, materiale ancora oggi largamente impiegato nelle coltivazioni ma non rinnovabile, sempre più difficile da reperire e con costi crescenti.
AVI è uno dei tre partner italiani coinvolti – insieme al CIC-Consorzio Italiano Compostatori e al CREA-Consiglio per la ricerca in agricoltura – e guiderà le attività di sperimentazione, coordinando un network di aziende per le prove in campo.
Perché questa idea
La torba, pur essendo un substrato ad alte prestazioni ampiamente utilizzato in orticoltura e vivaismo, è una risorsa naturale non rinnovabile. Per questo l’Unione Europea, nell’ambito della strategia verso la neutralità climatica al 2050, promuove soluzioni alternative, locali e sostenibili, capaci di garantire qualità e competitività migliorando le prestazioni ambientali.
Finanziato dal programma HORIZON-CL6-2024-CLIMATE-02-3, Peatless è un progetto RIA (Research and Innovation Action) della durata di tre anni che coinvolge dodici partner multidisciplinari provenienti da Spagna, Belgio, Svizzera e Italia.
Le proiezioni sono rilevanti: il successo del progetto permetterebbe, entro il 2050, di risparmiare 2,5 milioni di metri cubi di torba ed evitare 900mila tonnellate di emissioni di CO₂, con benefici per oltre 5.000 aziende orticole in 40 regioni europee.
Le dichiarazioni
“Accogliamo con favore questo progetto europeo, sempre più consapevoli della necessità di investire in sostenibilità – dichiara Vannino Vannucci, presidente di AVI –.

Metteremo a disposizione le nostre aziende per la sperimentazione e condivideremo i risultati nel corso dei tre anni. È un’ulteriore iniziativa che conferma l’impegno quotidiano di AVI per un vivaismo responsabile ed ecosostenibile“.
“Con Peatless – aggiunge Eva Lopez del CIC – cerchiamo substrati alternativi alla torba da applicare a tre diversi sistemi colturali: funghi, orticoltura e vivaismo ornamentale, garantendo resa e qualità. Testeremo circa 18 miscele contenenti al massimo il 30% di torba, utilizzando materie prime locali. Il progetto si articolerà in tre fasi: la prima, già avviata, è dedicata all’analisi delle esigenze del settore; la seconda, prevista per la primavera 2026, selezionerà cinque miscele per una sperimentazione di sei mesi; la terza valuterà a lungo termine le tre miscele più promettenti”.
Le sperimentazioni si svolgeranno principalmente nelle aziende vivaistiche del territorio pistoiese, dove AVI metterà a disposizione competenze e strutture, confermando ancora una volta il ruolo centrale di Pistoia e del vivaismo italiano nel panorama internazionale.