Un magistrato impegnato nell’associazionismo cattolico, fondatore del Movimento per la Vita, figura di spicco dell’associazionismo cattolico. La vita di Carlo Casini, fiorentino scomparso a 85 anni il 23 marzo 2020, non è stata di certo banale. Una vita per la quale, adesso, si è aperto l’iter della causa di beatificazione e canonizzazione. Il 1° Ottobre è stato infatti affisso l’editto nella bacheca del Palazzo del Vicariato di Roma che ne dà notizia alla Comunità ecclesiale.
In questa fase il Tribunale Diocesano raccoglierà documenti e testimonianze di quanti hanno conosciuto Casini, che nel documento viene definito «uomo di profonda fede in Dio, amico degli ultimi della terra e dei più poveri, laico coraggioso, convinto, credibile, competente e coerente, instancabile difensore della vita umana fin dal concepimento anche nei sacrari del potere, ha vissuto il suo impegno in ‘politica come forma più alta della carità”. Infatti Casini per oltre 40 anni è stato in prima fila per tutelare e difendere la vita nascente e la maternità. Le sue battaglie hanno portato alla fondazione del Movimento per la Vita italiano e alla conseguente diffusione della rete territoriale dei Centri di Aiuto alla Vita (Cav). Dal 1975, anno in cui a Firenze è stato fondato il primo Centro, sono stati oltre 250mila i bambini aiutati a nascere dai volontari dei Cav. Nel 1981 fu tra i promotori del referendum sull’abrogazione del diritto all’aborto.
Da pubblico ministero, nel 1978, aveva aperto un procedimento per abusi sessuali all’interno della comunità del Forteto. Procedimento che terminerà con la condanna del fondatore Rodolfo Fiesoli. Nel suo curriculum è stato anche magistrato della Corte di Cassazione, parlamentare alla Camera dei Deputati, parlamentare europeo, docente di diritto internazionale, di diritti umani e di bioetica presso il Pontificio Ateneo Regina Apostolorum di Roma.