Un futuro di speranza

Da Gaza bimbo di 4 anni e la sua mamma ospiti della Fondazione Giovanni Paolo II

Accolti nella parrocchia di Sant’Agata in Arfoli a Reggello

Da Gaza bimbo di 4 anni e la sua mamma ospiti della Fondazione Giovanni Paolo II

Qaseb non ha ancora 5 anni, ma già una storia difficile alle spalle, a causa della sua malattia, ma anche della guerra che ha distrutto tutto ciò che la sua famiglia aveva a Gaza. Nei suoi occhi si legge il ricordo delle bombe e delle macerie. Ora, in Italia, ha ottenuto quelle cure e terapie che nella sua patria di origine non poteva ricevere. E ha anche la prospettiva di un futuro accanto alla sua mamma Islam, che non lo lascia un secondo.

Da venerdì 14 novembre sono ospiti della Fondazione Giovanni Paolo II e della piccola, ma grande comunità di Sant’Agata in Arfoli nel Comune di Reggello. La parrocchia ha aperto le porte della canonica diventando la nuova casa di Qaseb e la sua mamma. Hanno a disposizione una camera con bagno privato all’interno dell’appartamento dove già da qualche settimana vive un’altra famiglia arrivata da Gaza City, composta da padre, madre e 4 figli di cui la seconda, Nour di 17 anni, è curata dagli specialisti dell’ospedale AOU Meyer di Firenze.

Proprio la patologia dei due minorenni, Qaseb e Nour, che non poteva più essere curata in una Gaza dove gli ospedali sono stati distrutti, mancano le medicine, mancano le terapie, è diventata il lasciapassare per loro e le proprio famiglie grazie al corridoio sanitario aperto dalla cooperazione internazionale per i casi più gravi.

Come già avvenuto per Nour e la sua famiglia, dopo un primo periodo di permanenza in una struttura della Caritas accanto al Meyer per poter garantire cure intensive e immediate, anche Qaseb e mamma Islam hanno dovuto trovare un nuovo alloggio per lasciare posto a chi ha bisogno, come loro, di un luogo sicuro dove potersi curare in tempi rapidi.

La Prefettura di Firenze ha contattato nuovamente la Fondazione Giovanni Paolo II; il responsabile dell’accoglienza Stefano Ermini ha trovato nuovamente l’ospitalità nella parrocchia di don Roberto Brandi.

Ieri Qaseb e Islam hanno conosciuto la comunità di Sant’Agata in Arfoli, che ha aperto loro le braccia accogliendoli nella grande famiglia parrocchiale, e i loro nuovi coinquilini, con cui condividono storia, dolore, una terra martoriata lasciata alle spalle, ma anche cure e speranza nel futuro in questo angolo di verde e paradiso nella piccola frazione di Reggello.

Ad accoglierli c’erano anche il sindaco di Reggello Piero Giunti con l’assessore Adele Bartolini e l’operatrice dell’accoglienza della Fondazione Giovanni Paolo II Christine Hazboun, palestinese originaria di Betlemme che sta anche svolgendo il ruolo di mediatore linguistico.

“Con grande emozione, si allarga la nostra famiglia dell’accoglienza per persone fuggite da Gaza in cerca di cure e che ora hanno bisogno di una casa – commenta il presidente della Fondazione Giovanni Paolo II Damiano Bettoni -. Stiamo lavorando su un progetto ancora più ampio dedicato all’accoglienza di famiglie e persone palestinesi: proprio a questa attività abbiamo deliberato di dedicare il 5xmille raccolto dalla Fondazione nel corso dello scorso anno. Desideriamo che i palestinesi siano protagonisti del loro destino, con una particolare attenzione a investire sui giovani, affinché siano una generazione che cerca la pace contro ogni vendetta”.

“La nostra comunità accoglie Qaseb e sua madre con affetto – sottolinea il sindaco di Reggello Piero Giunti – e con la consapevolezza della loro storia difficile. Sant’Agata in Arfoli ha dimostrato ancora una volta cosa significa essere una comunità solidale, capace di trasformare la cura e l’attenzione in gesti concreti”. Un ringraziamento “alla parrocchia, alla Fondazione Giovanni Paolo II e a tutti coloro che si stanno impegnando per offrire a queste famiglie un futuro più sereno. Reggello sarà per loro una casa sicura in cui ricominciare”.