Con il nuovo regolamento comunale su dehors e tavolini a Firenze, in caso di rinnovo della concessione per gli esercenti non sono previsti ristori o facilitazioni ma un taglio dei canoni sulla base degli spazi occupati e delle tipologie delle strutture utilizzate.
A un mese e mezzo dalla scadenza delle concessioni, fissata dopo varie proroghe al 15 novembre, Palazzo Vecchio si muove per mettere mano alla disciplina che da mesi agita le associazioni di categoria.
L’audizione in Palazzo Vecchio
L’iter per chiudere il discorso sui dehors, anche in assenza del tanto atteso decreto nazionale di cui il Governo finora ha preparato solo una bozza, infatti è già partito martedì scorso con l’audizione dei cinque presidenti di quartiere in commissione Sviluppo economico.
No allo scontro con le associazioni
Tuttavia Palazzo Vecchio ha già pensato a delle soluzioni alternative per evitare lo scontro con le associazioni di categoria.
Attualmente, secondo l’ultimo censimento comunale, in città ci sono 912 postazioni: 674 (di cui 38 solo estive) nell’area Unesco per un totale di 12.083 metri quadrati (il tetto massimo al momento è 14mila mq) e 238 (di cui 18 solo estivi) nel resto della città per una copertura di 3.758 mq. Sullo sfondo resta il decreto legislativo del Governo che potrebbe venire approvato entro la fine dell’anno ma anche slittare più avanti, visto che il termine massimo è stato spostato a fine 2026.
Le novità
Nella bozza già spiccano due novità: cancellare l’obbligo di ottenere il via libera della Sovrintendenza a meno che il dehors non sia strettamente prospiciente a monumenti o luoghi di grande valore storico-culturale. In più, gli spazi di autonomia dei Comuni potranno siglare accordi con gli uffici locali del ministero per stabilire “criteri e prescrizioni”.