- La prevalenza di gioco problematico (GAP) è pari al 2,0%, un dato in linea con la media nazionale ma più basso rispetto al Lazio (2,8%) e più alto rispetto a Marche (1,5%) e Umbria (1,3%). Ciò evidenzia un fenomeno presente ma non ancora strutturale, sostenuto da dinamiche sociali e territoriali eterogenee.
- L’accessibilità ai punti gioco è di 270 esercizi ogni 100.000 abitanti, una rete capillare che colloca la Toscana tra le regioni centrali con maggiore densità di offerta, inferiore solo al Lazio (330) ma più ampia di Marche (240) e Umbria (220).
Un dato che fa riflettere
Gioco problematico, la Toscana nella top ten
La spesa pro capite del Granducato supera Umbria e Marche
