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L'antica tradizione della Settimana Santa si rinnova nel segno della Speranza giubilare
"Nella liturgia pre-conciliare - sottolinea il professor Cacciatori - l'altare in cui veniva posto il Santissimo la sera del Giovedì Santo veniva chiamato il Sepolcro e in ogni chiesa veniva adornato nel modo più bello possibile. Nei secoli scorsi non c'era però l'abbondanza di fiori che oggi con le serre abbiamo a disposizione e l'ingegno delle persone aveva trovato un modo originale per avere qualcosa di bello per adornare il sepolcro. Facendo germogliare i semi di grano e soprattutto di vecce al buio delle cantine, avevano a disposizione vasi di ciuffi bianchi assai decorativi a cui aggiungevano fiori di carta colorata e palmette di rametti di olivo con foglie intrecciate". Nella chiesa della Misericordia questa usanza c'è stata fino alla seconda guerra mondiale.
"Con le distruzioni della guerra la chiesa - ricorda lo storico - non fu più agibile, ma quando negli anni 50 fu riaperta al culto, il giovane Paolo Bacci riprese la tradizione del Sepolcro che sviluppò di anno in anno, in modo sempre più bello. Essendo in seguito anche il responsabile della Compagnia del Suffragio, iniziò anche nella Chiesa di Santa Maria del Gesù la tradizione del Sepolcro. Paolo Bacci, Provveditore della Chiesa e della Compagnia Mortuaria per lunghi anni, ha lasciato scritto anche le regole, ben precise per poter avere il Giovedì Santo i vasi di vecce e di grano ben rigogliosi e pronti per adornare l'altare della reposizione. Stabilisce il giorno reciso in cui seminare i vasi, quando è coerente bagnare le piantine, i gradi che devono essere rispettati nelle cantine. Niente è lasciato al caso. Ora che Paolo è anziano i suoi confratelli continuano con amore immutato questa bella tradizione".