Al suo posto un ristorante

Santo Spirito, addio a un altro simbolo di Firenze: chiude il Cabiria

Fu il primo bar della piazza per tanti fiorentini

Santo Spirito, addio a un altro simbolo di Firenze: chiude il Cabiria
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Addio alle Notti di Cabiria e a quella Santo Spirito straripante di fiorentini in cui davanti a un bancone potevi incontrare il calciante e il violinista, il grande architetto e il finto Elvis Presley, lo stornellatore livornese e la rockstar.

Il caffè Cabiria di piazza Santo Spirito ha chiuso i battenti.

Riaprirà una volta finiti i lavori di ristrutturazione per diventare l’ennesimo ristorante, con annesso cocktail bar di lusso. In mezzo a una fila quasi ininterrotta di ristoranti e paninoteche che caratterizza tutto quel lato della piazza.

La famiglia Santucci, che lo aveva rilevato nel 2007, ha deciso di cedere il locale ai fratelli Dedja, già titolari dell’Osteria del Corso di via del Corso. "Non cambierà niente, si chiamerà ancora Cabiria, l’unica vera novità sarà l’arredamento", ci spiega Metjon Dedja.

L’insegna però sarà ribaltata: e se finora c’era scritto "ristorante – wine bar" in piccolo sotto il nome del locale, presto la parola "ristorante" svetterà in grande sopra il vecchio "Cabiria".

Nato all’inizio degli anni 90 grazie a una famiglia napoletana, i Gonnella, "all’epoca era l’unico bar serale della piazza", racconta l’ex candidata sindaca di Palazzo Vecchio Antonella Bundu, che in gioventù dietro il bancone ci ha lavorato per 14 anni.

Il bar era frequentato dal cantante dei Litfiba Piero Pelù, ma capitava spesso anche Bobo Rondelli quando arrivava dalla sua Livorno.

Da Venezia invece veniva l’architetto cileno e premio Pulitzer Alejandro Aravena, di cui mezza Firenze era innamorata. O ancora il violinista Uto Ughi, quando abitava sopra il locale, e il premio Oscar Daniel Day Lewis.

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