Scoperta la “furbetta” della maternità: e il Comune le ritira l’assegno già dato
Percepiva già quello dell’Inps ma non lo aveva dichiarato quando aveva fatto richiesta

Le è stato in un primo momento concesso l’assegno di maternità accogliendo la domanda presentata all’ufficio comunale. In un secondo momento, a “via libera” già arrivato, si è scoperto che in realtà percepiva già la Naspi. E le è dunque stato revocato, in quanto non le spettava da parte Comune essendo già in carica all’Inps. E’ la curiosa vicenda che riguarda una cittadina carmignanese, il Comune e l’Inps, che ha avuto luogo nelle scorse settimane. E testimonia se vogliamo come non sempre i controlli dei vari enti riescano a portare subito alla luce eventuali situazioni irregolari, se non dopo un certo periodo di tempo ed input esterni. In questo caso il primo passaggio risale allo scorso 14 luglio, quando la donna in questione ha contattato il Comune chiedendo di poter beneficiare del sussidio previsto dalla legge. Si tratta del resto di un sussidio che la madre non lavoratrice può chiedere al proprio Comune di residenza per la nascita del figlio oppure per l’adozione o l’affidamento preadottivo di un minore di età non superiore ai sei anni (o ai 18 anni in caso di adozioni o affidamenti internazionali).Può richiederlo se non ha diritto all’indennità di maternità dell’Inps oppure alla retribuzione per il periodo di maternità. Se l’importo dell’indennità o della retribuzione è inferiore all’importo dell’assegno, la madre lavoratrice può chiedere al Comune l’assegno in misura ridotta. E in base alla legge, si tratta di un contributo mensile di 1545,55, nel caso in cui la madre non risulti occupata. E con la determina dello scorso 22 luglio le è stata concessa, salvo essere revocata a distanza di poche settimane. Cos’è successo nel frattempo? L’Inps ha contattato gli uffici del Comune, informando di aver annullato la pratica. Il motivo? La richiedente non ne aveva sostanzialmente diritto (o almeno, non in quella formula) in quanto già percettrice della Naspi senza averlo comunicato all’ente. Ed è proprio la mancata comunicazione ad aver prevenuto due sussidi che non possono accavallarsi, ma che possono alternarsi. Con le ultime disposizioni legislative sull’argomento infatti, il sussidio di disoccupazione può essere interrotto nel momento in cui si sceglie di percepire l’indennità di maternità, del quale si può beneficiare per cinque mesi (dai due mesi prima del parto ai tre mesi dopo successivi, oppure dal mese antecedente ai quattro mesi successivi). L’indennità di maternità durante la percezione della Naspi, infatti, permette di interrompere quest’ultima, che riprenderà terminate le cinque mensilità di maternità e durerà per gli ulteriori mesi spettanti e non ancora fruiti. Questo significa che se nel momento della richiesta e della fruizione del congedo obbligatorio per maternità, si hanno ancora sette mesi di Naspi da percepire, dopo il periodo di maternità, si avrà ancora diritto a percepire quei sette mesi di Naspi rimanenti. Un iter del quale potrebbe potenzialmente beneficiare la stessa donna (dovendo tuttavia riformulare la domandain maniera corretta) senza dimenticare che lo stesso istituto previdenziale prevede la maternità. “Dimenticanza” (diciamo così) da parte di chi ha richiesto oppure leggerezza da parte di chi avrebbe dovuto forse controllare maggiormente? Entrambe le cose, forse. Sta di fatto che Inps ha pre-annunciato proprio di recente una “stretta” sul controllo delle varie prestazioni assistenziali “straordinarie” erogate, con l’obbiettivo di contenere i costi ed indirizzare soprattutto le risorse esclusivamente agli aventi diritto, scovando con un’attività di monitoraggio più capillare rispetto al passato gli eventuali “furbetti”. E sotto la lente d’ingrandimento dell’istituto dovrebbe finire oltre alla Naspi anche il reddito di cittadinanza. Che a Carmignano non presenta comunque numeri eccessivamente elevati, per quanto in lieve crescita nel post-locdown: secondo l’ultima rilevazione specifica risalente al primo semestre dello scorso anno, in paese si attestano a quota 64, per quel che riguarda il numero delle domande accolte. Il sindaco Edoardo Prestanti (nella foto)si era detto più volte in passato favorevole ad una misura a suo avviso migliorabile (in primis per quanto concerne il monitoraggio e l’aggancio reale con il mondo del lavoro, onde evitare che si risolva sempre più in un sussidio fine a se stesso) ma che ha consentito anche a Carmignano di migliorare la qualità della vita di nuclei familiari che prima facevano fatica ad arrivare alla fine del mese. L’amministrazione sta predisponendo oltretutto i “puc”, ovvero i “progetti utili alla collettività” che impegneranno in lavori socialmente utili per un totale di otto ore alla settimana i percettori carmignanesi del rdc. Dopo l’episodio e la segnalazione di Inps tuttavia, non sono da escludere controlli più serrati da parte del Comune. Anche sull’assegno di maternità.