E’ durata 52 giorni la latitanza di Jang Bobo; il 38enne boss cinese è stato arrestato a Barcellona (Spagna); era ricercato dopo essere evaso l’11 luglio scorso in maniera rocambolesca dalla Questura di Prato, dove si trovava in stato d’arresto per droga. L’uomo era considerato un punto di riferimento della criminalità cinese a Prato e a Milano nello spaccio di droghe sintetiche e nella contraffazione di documenti.
Il 38enne era riuscito a liberarsi dalle manette mentre si trovava in stato di arresto insieme alla moglie. Da allora aveva attraversato mezza Europa, spostandosi tra Italia, Belgio, Spagna e Francia, protetto da una fitta rete di fiancheggiatori.
La sua fuga è terminata grazie agli agenti del Grupo Fugitivos della polizia spagnola, in collaborazione con la squadra mobile di Prato e il servizio centrale operativo della polizia. Jang è stato bloccato in strada, in carrer de Sant Antoni, nel quartiere Sants della capitale catalana. Decisivo il tracciamento dei tabulati telefonici.

L’arresto è avvenuto nell’ambito di un’operazione coordinata dalla procura di Prato, guidata da Luca Tescaroli, che ha sottolineato come Jang abbia “uno spiccato profilo criminale, poiché è un riferimento per lo spaccio di stupefacenti e la contraffazione”.
Dopo l’evasione, Jang si era spostato prima in Belgio, poi in Spagna, rientrando nuovamente in Belgio e tornando ancora in Spagna. Successivamente era passato in Francia, tra Perpignano e Le Boulou, prima di rifugiarsi di nuovo a Barcellona, dove la sua latitanza si è conclusa dopo due mesi.
Il successo dell’operazione è stato possibile grazie alla cooperazione internazionale di polizia, con il supporto di Eurojust e delle autorità giudiziarie belghe e spagnole.
In Italia da circa dieci anni, il cinese ha sempre soggiornato clandestinamente beneficiando di consistente disponibilità di denaro e di alloggi messi a disposizione dalla fitta rete dei suoi collaboratori, che nel tempo lo ha agevolato e favorito nella sua attività di introduzione dello stupefacente nei mercati della droga sintetica, facendolo diventare un rilevante fornitore degli avventori dei club cinesi di Prato, nonché di contraffazione e di ricettazione. Era fornitore di droghe sintetiche nei locali Karaoke Tv (Ktv) frequentati dalla comunità cinese, spesso luoghi di consumo di droga e prostituzione.
Aveva precedenti per spaccio, detenzione illegale di armi, ricettazione e reati contro il patrimonio. Nel febbraio 2024, durante una perquisizione, era stato trovato in possesso di metanfetamina, armi da fuoco, machete, coltelli e strumenti da scasso.
Il 10 luglio scorso, giorno del suo ultimo arresto, era stato sorpreso in un appartamento di Prato con la moglie, mezzo chilo di droghe sintetiche, cocaina, 4.000 euro in contanti e un passaporto falso di Taiwan. Nonostante fosse ammanettato, era riuscito a liberarsi e a scappare, approfittando anche della carenza di organico della questura pratese.
Con la cattura a Barcellona si chiude la latitanza di Jang, ma resta aperto il capitolo giudiziario: sul boss pendono infatti due mandati di arresto europeo emessi dall’autorità giudiziaria di Prato, che ora ne chiederà l’estradizione.