beccati

Assalto al portavalori sull’Aurelia: 11 arresti, tutti sardi

Blitz all’alba tra Sardegna, Toscana ed Emilia. In azione oltre 300 carabinieri: smantellata un'organizzazione armata e altamente specializzata

Assalto al portavalori sull’Aurelia: 11 arresti, tutti sardi
Pubblicato:
Aggiornato:

È scattata all’alba una maxi operazione dei carabinieri  che ha portato all’arresto di undici persone, tutte di origine sarda, ritenute responsabili del clamoroso assalto ai due furgoni portavalori avvenuto lo scorso 28 marzo 2025 lungo la via Aurelia, all’altezza di San Vincenzo, in provincia di Livorno.

Il blitz ha coinvolto oltre 300 militari, con un imponente schieramento messo in campo: il comando provinciale di Livorno, l’Arma territoriale, il ROS, il GIS, i paracadutisti del 1° Reggimento Tuscania, gli squadroni eliportati “Cacciatori” di Sardegna e Sicilia, i nuclei elicotteri di Pisa ed Elmas, i reparti SOS dei Battaglioni Toscana e Sardegna, e le unità cinofile di Firenze. Gli arresti sono stati eseguiti nelle province di Nuoro, Pisa e Bologna.

Il portavalori fermato sull'Aurelia

Un assalto in stile militare

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, il commando – composto da uomini con il volto coperto e pesantemente armati, tutti con un marcato accento sardo – avrebbe agito con modalità paramilitari, riuscendo a sottrarre un bottino di circa 3 milioni di euro.

Il colpo si è svolto con un'azione fulminea. Dopo avere speronato i mezzi, i malviventi hanno aperto il fuoco e incendiato alcune auto per coprirsi la fuga. Erano in possesso di almeno tre veicoli, poi abbandonati.

Un momento dell'azione del commando lungo l'Aurelia

Piano studiato nei minimi particolari

Le indagini, avviate immediatamente dopo l’assalto, hanno permesso di ricostruire i legami tra i membri del gruppo, distinguendo tra esecutori materiali e soggetti con funzioni di supporto.

Il livello di preparazione e coordinamento emerso fa pensare a un’organizzazione esperta anche nell’uso di armi da guerra e nell’impiego di esplosivi. L’intero piano era stato messo a punto nei minimi dettagli: mesi di sopralluoghi, pianificazione logistica, studio degli orari, reperimento di mezzi e armi, fino alla costruzione di alibi per coprire ogni mossa.

Alcuni cittadini hanno immortalato quei momenti di panico

Le accuse

L’ordinanza di custodia cautelare in carcere, firmata dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Livorno su richiesta della Procura, contesta agli undici indagati i reati di rapina pluriaggravata, detenzione e porto in luogo pubblico di armi da guerra, munizioni ed esplosivi, detenzione illegale di armi comuni da sparo, oltre a furto pluriaggravato e ricettazione.

Commenti
Lascia il tuo pensiero

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Seguici sui nostri canali