Calciatore deportato 80 anni fa, via al risarcimento ai familiari di Castellani
Empoli e il suo campione più amato

Morì da deportato, risarcimento di oltre 400 mila euro
Più di 80 anni ci sono voluti per arrivare al risarcimento. E' la storia di Carlo Castellani, un nome legato indissolubilmente ad Empoli, città che al calciatore deportato nel campo di sterminio di Mathausen nel 1944, ha intitolato il suo stadio. Lo stesso aveva fatto il suo Comune d'origine, Montelupo: Carlo infatti era di Fibbiana, dove era popolare e amato, anche per i goal che segnava con la maglia azzurra empolese, di cui era il capocannoniere assoluto.
Aveva 35 anni e due figli piccoli quando nella “notte dell'odio” si offrì in cambio del padre, considerato un antifascista, e finì su un treno che il 7 e 8 Marzo 1944 partirono solo andata verso i lager.
Essere una personalità molto nota e amato, non l'ha salvato dal tragico destino. Già perché Castellani era un calciatore: i suoi goal con la maglia dell’Empoli lo renderanno il capocannoniere assoluto ma non lo salveranno dalla morte. Ora il Tribunale di Firenze ha stabilito un risarcimento danni per il figlio 90enne, difeso dall’avvocato Diego Cremona, e i suoi eredi, di oltre 400 mila euro, tra danni morali e interessi, che dovranno essere pagati dal Fondo Ristori governativo del Mef, per le vittime del Terzo Reich in Italia durante la seconda guerra mondiale.