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Calenzano, acque contaminate scaricate illegalmente: nuove accuse nell’inchiesta sul deposito Eni

Questa mattina sono scattate perquisizioni nei confronti di quattro esponenti di Eni

Calenzano, acque contaminate scaricate illegalmente: nuove accuse nell’inchiesta sul deposito Eni
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Le indagini sul disastro ambientale legato al deposito Eni di Calenzano si arricchiscono di una nuova, pesante accusa. Secondo quanto emerso, acque industriali contaminate sarebbero state scaricate senza autorizzazione nel Fosso Tomerello tramite una valvola manuale, con il rischio concreto di provocare un danno ambientale di vaste proporzioni.

Quattro dirigenti Eni sotto accusa

Questa mattina, martedì 8 aprile 2025, secondo quanto anticipa il quotidiano La Repubblica, sono scattate perquisizioni nei confronti di quattro esponenti di Eni, già coinvolti nell’inchiesta principale che ipotizza omicidio colposo e disastro colposo.

Si tratta di Patrizia Boschetti, dirigente responsabile del centro operativo; Emanuela Proietti, responsabile del servizio protezione e prevenzione; Luigi Cullurà, responsabile del deposito; Marco Bini, tecnico manutentore della rete fognaria e delle infrastrutture.

A loro carico si aggiunge ora la contestazione di scarico illecito di acque reflue.

Acque contaminate e barriere inesistenti

Secondo le analisi effettuate su mandato della Procura, le acque reflue, contenenti idrocarburi in concentrazioni superiori ai limiti di legge, sono finite in un fosso privo di protezioni adeguate. Il Fosso Tomerello, infatti, non è dotato di barriere in cemento come invece previsto per il torrente Garille, principale canale autorizzato per lo smaltimento delle acque industriali.

Una gestione definita dagli inquirenti "gravemente negligente", che avrebbe aumentato esponenzialmente il rischio di inquinamento.

Perquisizioni e nuove consulenze tecniche

Il procuratore Luca Tescaroli ha disposto perquisizioni sia all’interno del deposito sia negli uffici Eni, allo scopo di ricostruire l’iter che ha portato al rilascio dell’Autorizzazione Unica Ambientale e verificare l’effettiva gestione del sistema di raccolta delle acque industriali.

Nel frattempo, è stata affidata una nuova consulenza tecnica per valutare nel dettaglio l’entità del danno ambientale già provocato e il periodo di tempo durante il quale il sistema abusivo sarebbe stato operativo.

Il quadro dell'inchiesta

L’indagine sulla gestione del deposito Eni di Calenzano era partita in seguito a un grave incidente che aveva già portato all'apertura di un fascicolo per disastro colposo e omicidio colposo. L'emersione di questi ulteriori elementi potrebbe aggravare la posizione degli indagati, in attesa di un eventuale rinvio a giudizio.

L'inchiesta, che punta a fare piena luce sulle responsabilità individuali e aziendali, è destinata ad allargarsi ulteriormente nei prossimi mesi.

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