Una tentata estorsione con elementi di un possibile ricatto politico si intreccia a un’indagine della procura di Prato che coinvolge l’ex capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio comunale, Tommaso Cocci. La vicenda, emersa nelle scorse settimane, sta creando notevoli imbarazzi nel centrodestra toscano, e rischia di influenzare le prossime candidature per le elezioni regionali.
Secondo quanto riportato, Cocci avrebbe ricevuto delle lettere minatorie contenenti una sua foto intima, scattata dopo un adescamento online. Le missive lo accusavano anche di uso di sostanze stupefacenti e partecipazione a “festini”, accuse che il politico ha respinto con fermezza.
La procura, diretta da Luca Tescaroli, ha avviato indagini scientifiche sulle lettere per trovare impronte digitali o tracce biologiche che possano portare all’identificazione dell’autore. L’inchiesta, al momento, non ha indagati.
Parallelamente, la Procura ha richiesto al Prefetto Claudio Sammartino i verbali di una mozione presentata in Consiglio Comunale per sottoporre sindaco, assessori e consiglieri a test antidroga periodici. Una mossa che si lega ai sospetti avanzati dallo stesso Cocci sul possibile coinvolgimento di esponenti del suo stesso partito nella vicenda, vista come una trappola per ostacolare la sua carriera politica.
Il nodo massoneria e la spaccatura in Fratelli d’Italia
A complicare il quadro si aggiunge il ruolo di Cocci nella loggia massonica Sagittario di Prato-valle del Bisenzio, una circostanza che non è passata inosservata. Cocci, pur essendosi messo “in congedo” (in sonno), è stato per anni un affiliato della stessa loggia che ha avuto come Maestro Venerabile l’imprenditore Riccardo Matteini Bresci, al centro di un’inchiesta per corruzione che ha portato alle dimissioni dell’ex sindaca del PD.
Il caso ha creato una spaccatura interna a Fratelli d’Italia. La linea del “reset totale”, che vorrebbe escludere Cocci dalle liste per le regionali per dare un segnale di pulizia, si scontra con quella delle “colombe”, che ritengono sbagliato cedere al ricatto e scaricare la vittima di un presunto reato.
A tenere banco è anche la questione dell’incompatibilità tra l’appartenenza massonica e l’impegno politico in FdI.
Alessandro Tomasi, candidato governatore del centrodestra e coordinatore toscano del partito, ha dichiarato che lo statuto di Fratelli d’Italia dovrebbe prevedere un divieto di affiliazione alla massoneria. La decisione finale sulla candidatura di Cocci, e più in generale su quella che appare come una vera e propria faida interna, è attesa nei prossimi giorni, anche in base agli esiti delle indagini della Procura.
Nel frattempo, il segretario del PD di Prato, Marco Biagioni, ha sollevato dubbi sui vertici di FdI, chiedendo se fossero a conoscenza dell’affiliazione massonica di Cocci, un’accusa che il plenipotenziario toscano Giovanni Donzelli ha già respinto.