È morto Benedetto Ceraulo, il sicario del delitto Gucci: si era sparato dopo aver ferito il figlio
Nei giorni scorsi il figlio dal letto di ospedale aveva scritto: "Ti perdono per il male che mi hai fatto, ma non per il male che hai inflitto a te stesso"

Dopo giorni di agonia, è morto Benedetto Ceraulo, 51 anni. Lo scorso aveva sparato al figlio lo scorso 22 aprile 2025 dopo un diverbio e poi aveva rivolto l'arma contro se stesso.
Il dramma si è consumato nel giardino dell’abitazione di Ceraulo a Santa Maria a Monte, in provincia di Pisa, dove Gaetano – 37 anni, residente a Milano – si era recato per trascorrere le festività pasquali con il padre.
Secondo una prima ricostruzione dei carabinieri, a scatenare l’ira omicida dell’uomo sarebbe stato un banale graffio alla carrozzeria dell’auto, attribuito proprio al figlio.

Dopo l’aggressione, Gaetano è stato ricoverato in ospedale: le sue condizioni sono serie ma non è in pericolo di vita. Poche ore dopo, ha pubblicato un messaggio toccante su Facebook:
"Ti perdono per il male che mi hai fatto, ma non per il male che hai inflitto a te stesso".
Benedetto Ceraulo si era trasferito da tempo in Toscana, prima ad Acciaiolo (Fauglia) e poi a Santa Maria a Monte, dove cercava una nuova vita dopo la lunga detenzione per l’omicidio Gucci, commissionato da Patrizia Reggiani, ex moglie dell’imprenditore.

Condannato all’ergastolo in primo grado nel 1998, la pena gli era stata ridotta in appello a quasi 29 anni. Grazie alla buona condotta, era tornato in libertà da un paio d’anni, dopo essere stato detenuto a lungo nel carcere della Gorgona.
Ma la libertà non gli aveva restituito la pace. Una lite scoppiata per un motivo futile è bastata a far riemergere un lato oscuro che, ancora una volta, ha portato violenza e tragedia.
Il delitto Gucci
L’omicidio di Maurizio Gucci, erede della celebre maison di moda, avvenne il 27 marzo 1995 a Milano, nell’androne del palazzo dove si trovava il suo ufficio.
Ceraulo fu identificato come il killer assoldato da Patrizia Reggiani, ex moglie dell’imprenditore, che non aveva accettato la fine del matrimonio e temeva la perdita definitiva dei privilegi economici.
Il caso, seguito dai media di tutto il mondo, si trasformò in uno dei più clamorosi della cronaca nera italiana, per il coinvolgimento di personaggi dell’alta società e per i contorni da noir familiare. Reggiani fu condannata a 26 anni di carcere.
La morte di Ceraulo chiude definitivamente il capitolo giudiziario di una vicenda che, a trent’anni di distanza, continua a lasciare un’eco tragica e irrisolta.