È morto Rodolfo Fiesoli, fondatore del Forteto: condannato per abusi su minori
Stava scontando una condanna definitiva a 14 anni di reclusione per abusi sessuali e maltrattamenti commessi all’interno della struttura

Rodolfo Fiesoli, 83 anni, fondatore della comunità “Il Forteto” di Vicchio, in Mugello, è morto in una casa di riposo di Padova, dove si trovava detenuto. Stava scontando una condanna definitiva a 14 anni di reclusione per abusi sessuali e maltrattamenti commessi all’interno della struttura che lui stesso aveva creato, presentata per anni come un modello di accoglienza per minori in difficoltà.
Nonostante le sentenze, Fiesoli ha sempre negato le accuse, ribadendo anche recentemente la sua versione dei fatti davanti alla Commissione parlamentare d’inchiesta sul caso Forteto, che lo aveva ascoltato nell’ambito delle audizioni in corso.
Durante quell’incontro, aveva descritto la comunità come un luogo di sostegno e affetto per i giovani affidati dal Tribunale dei minori, parlando di un ambiente sereno e negando qualsiasi forma di complotto.
Ma la realtà emersa dalle testimonianze di ex ospiti e membri della cooperativa racconta un’altra storia, fatta di soprusi, silenzi istituzionali e complicità. Proprio per questo, la Commissione ha promesso di continuare a indagare, anche dopo la scomparsa di Fiesoli, per fare piena luce su quanto accaduto e sulle eventuali connessioni con ambienti della politica e della magistratura.
"Le parole di Fiesoli lasciano aperti molti interrogativi – ha dichiarato il presidente della Commissione, Francesco Michelotti – e il nostro compito resta quello di cercare la verità su una vicenda che ha profondamente scosso l’opinione pubblica".
Con la morte del fondatore, si chiude una pagina giudiziaria, ma non il percorso di accertamento delle responsabilità morali, sociali e istituzionali intorno a una delle più gravi ferite nel sistema di tutela dei minori in Italia.