Accusato di omicidio colposo plurimo

Esplosione al deposito Eni di Calenzano, c’è un nuovo indagato

La Procura di Prato coinvolge Andrea Strafellini, coordinatore operativo del deposito

Esplosione al deposito Eni di Calenzano, c’è un nuovo indagato

Un nuovo indagato per il disastro al deposito carburanti Eni di Calenzano: è Andrea Strafellini, coordinatore operativo giornaliero e preposto della struttura, al quale la Procura di Prato contesta i reati di omicidio colposo plurimo, disastro colposo e lesioni personali colpose.

Una decisione a cui la Procura è arrivata dopo nuovi accertamenti e alcune dichiarazioni rese da un coindagato, , Enrico Cerbino, collaboratore del responsabile del settore manutenzione, che hanno portato a individuare il suo coinvolgimento.

Il giudice per le indagini preliminari di Prato ha accolto la richiesta di estendere l’incidente probatorio, già in corso nei confronti di dieci indagati e di Eni spa; è stata fissata una nuova udienza per il 3 ottobre 2025 alle 10.30.

Il Procuratore della Repubblica, Luca Tescaroli, ha ricordato che la responsabilità dell’indagato dovrà essere valutata nelle prossime fasi del procedimento e che, in base alla presunzione di innocenza, eventuali colpe potranno essere riconosciute solo con una sentenza definitiva.

Il procuratore di Prato, Luca Tescaroli

Nel disastro del 9 dicembre 2024 morirono 5 operai: Davide Baronti, 49 anni, Gerardo Pepe, 45, Franco Cirelli, 45, Vincenzo Martinelli 51, Carmelo Corso, 57.

In pochi secondi una nube di vapore infiammabile di carburante fece saltare in aria l’enorme deposito Eni, che si trova in mezzo a un insediamento industriale e a poca distanza da case e uffici.

L’ipotesi è che il disastro si sia generato durante i lavori di manutenzione tra la corsia 6 e 7 dell’impianto, con una fuoriuscita di carburante a causa della rimozione di una valvola collegata con un “gomito” a una linea di benzina in pressione (circostanza sconosciuta ai lavoratori). Poi un innesco involontario e l’esplosione, avvertita a chilometri di distanza.

La colonna di fumo dopo l’esplosione avvenuta in una raffineria a Calenzano (Firenze), 9 dicembre 2024. La colonna di fumo Ë visibile anche dai comuni vicini, sul posto il sistema di regionale di emergenza sanitaria, vigili del fuoco e forze dell’ordine. ANSA/ CLAUDIO GIOVANNINI

L’evento fu definito dal procuratore capo di Prato Luca Tescaroliprevedibile ed evitabile” dovuto a un “errore grave e inescusabile“.

Nel mese di marzo scorso i primi avvisi di garanzia: nove persone e la stessa Eni spa per illecito amministrativo per i reti commessi dai suoi dipendenti nell’interesse della società in assenza di un modello organizzativo che impedisse la situazione di rischio, rischio che Eni aveva classificato con una probabilità di accadimento molto bassa.

Sotto inchiesta la dirigente incaricata della gestione del centro di Calenzano, Patrizia Boschetti, la responsabile del servizio protezione e prevenzione del deposito, Emanuela Proietti, lo stesso responsabile del deposito, Luigi Cullurà; il responsabile del settore manutenzione e un suo collaboratore, Carlo di Perna ed Enrico Cerbino, e il tecnico addetto alla manutenzione e il proposto dell’impianto, Marco Bini ed Elio Ferrara. Con loro, tutti dipendenti Eni, sono sotto inchiesta anche l’amministratore unico della Sergen e il preposto della stessa azienda, Francesco Cirone e Luigi Murno.