Disastro ambientale

Frane in Mugello, spunta una discarica

Risale al 1971

Frane in Mugello, spunta una discarica
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A causa delle continue piogge di questi giorni un pezzo di montagna è franato scoprendo una discarica sepolta del 1971. E' successo a Palzzuolo sul Senio, in provincia di Firenze, sul torrente Rovigo, deturpato da sacchetti e contenitori di plastica disseminati lungo chilometri di corso d’acqua.

Si tratta di rifiuti perlopiù urbani, scaricati nel 1971 nella valle del Rovigo, riemersi una decina di giorni fa dal terreno franato lungo la strada del Passo della Sambuca, nel comune di Palazzuolo sul Senio.

Plastiche, vetri, polistirolo, materassi e sacchetti, che il terreno ha rigettato e che ora stanno contaminando il paesaggio fra la Toscana e l’Emilia-Romagna. Finiti nell’alveo del torrente Rovigo, i rifiuti hanno raggiunto il fiume Santerno, affluente del Reno. Inutili i tentativi, messi in atto dal sindaco di Palazzuolo Marco Bottino, di frenarne la corsa.

Sono le conseguenze tardive di un vecchio accordo tra il Comune di Palazzuolo e Asnu, allora municipalizzata fiorentina: soldi e mezzi in cambio di un’area dove poter sversare i rifiuti. L’ex sindaco di Imola, Veraldo Vespignani, che contro la discarica avviò una battaglia parlamentare, parlò di 300 tonnellate al giorno nella sua interrogazione. Una mole enorme che all’epoca suscitò indignazione e mobilitazione degli abitanti di Palazzuolo e di Firenzuola.

L’impresa di bonificare il Rovigo sarà complicatissima, ma dall’Appennino fino a Imola centinaia di volontari si sono offerti per contribuire a ripulire. Ma vista la difficoltà di raggiungere quelle sponde impervie, l’impresa richiederà grande sforzo e molto tempo.

Due le  squadre di operai al lavoro, una per consolidare la strada con dei pali di sostegno e impedire che crolli ulteriormente, l’altra per realizzare un sentiero che permetta di arrivare al letto del torrente e di iniziare così le operazioni di bonifica.

Occorrerà aspettare quindi il nuovo sentiero per poter intervenire. Non sono da escludere nuovi scavi, perché è probabile che la discarica si estenda ancora nella parte che non è franata.

Nel frattempo sono iniziate le indagini dei carabinieri forestali, incaricati dalla Procura di Firenze di svolgere un’informativa sullo stato di salute dei corsi d’acqua coinvolti, sulla tipologia dei rifiuti e sull’iter che ha portato alla discarica cinquant’anni fa, quando la politica e la legislazione erano ancora prive di una certa sensibilità ambientale.

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