Una società dell’Amiata operante nel settore della pelletteria è finita al centro di un’inchiesta della Guardia di Finanza di Siena per presunta frode fiscale.
Secondo gli accertamenti, il legale rappresentante dell’azienda avrebbe dichiarato costi fittizi, avvalendosi di fatture per operazioni inesistenti emesse da quattro ditte individuali gestite da cittadini cinesi.
Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica, hanno preso il via dall’analisi di rischio fiscale su alcune imprese del settore, caratterizzato dalla presenza di fornitori cinesi per importanti case di moda. Le fiamme gialle hanno rilevato schemi tipici delle cosiddette aziende “apri e chiudi”, che accumulano debiti tributari e contributivi prima di chiudere rapidamente e ricominciare sotto un’altra partita IVA.
In questo caso, le quattro ditte avevano registrato un aumento rapido del volume d’affari pur disponendo di strutture produttive minime, generando un’esposizione verso l’erario di 2,6 milioni di euro.
La società beneficiaria avrebbe sfruttato crediti tributari fittizi per oltre un milione di euro. Gli approfondimenti hanno evidenziato un “turn over” periodico dei fornitori, già impiegati in passato dall’azienda, per ridurre i rischi di accertamento.
A seguito di sopralluoghi, esame delle scritture contabili e ricostruzione dei flussi finanziari, il Gip ha disposto il sequestro preventivo della somma corrispondente all’imposta evasa nel quinquennio 2019-2023, 1.184.183,16 euro, anche nell’ottica di responsabilità amministrativa della società.
Il procedimento è ancora in corso e la Procura ricorda che le persone indagate restano presunte innocenti fino a sentenza definitiva. L’operazione conferma il costante impegno della Guardia di Finanza nella lotta alle frodi fiscali e nella tutela della concorrenza leale.