La discussione sul cosiddetto “cubo nero” di Firenze, la controversa struttura che ha trasformato l’ex Teatro Comunale, continua ad accendere il dibattito cittadino e non solo. Un parallelepipedo scuro, inserito in un contesto storico-artistico delicato, ha sollevato polemiche per il suo impatto visivo.
La questione è salita alla ribalta dopo l’intervento di Eike Schmidt, ex direttore degli Uffizi e ora leader dell’opposizione, che ha sollevato la possibilità di un’istruttoria da parte dell’UNESCO, ente che all’epoca del progetto non fu informato.
In questo scenario, la sindaca di Firenze, Sara Funaro, ha rotto il silenzio in un’intervista al quotidiano La Nazione, offrendo una ricostruzione dei fatti e delineando le sue intenzioni per il futuro. La sindaca ha subito chiarito di aver già avviato un dialogo con la Sovrintendenza e la proprietà dell’immobile, con l’obiettivo di trovare una soluzione condivisa.

“Non mi piace, ha un impatto pesante”
Tra le dichiarazioni più significative, Funaro ha espresso il suo parere personale sulla struttura, ammettendo che “non mi piace, ha un impatto pesante sul paesaggio, soprattutto per quanto riguarda i colori”.
Ha tuttavia sottolineato che la valutazione definitiva spetta ai professionisti e agli organismi competenti. La sindaca ha respinto con fermezza le proposte, avanzate in passato, di far uscire Firenze dall’UNESCO, definendole “folli” e un “danno gravissimo per la città”.
Per evitare che situazioni simili si ripetano, la prima cittadina ha annunciato l’attivazione di un Comitato di pilotaggio UNESCO che, pur non avendo poteri vincolanti, supervisionerà le trasformazioni urbanistiche e darà l’allerta in caso di pericolo per il patrimonio.
Funaro ha anche difeso il suo silenzio precedente, spiegando che “chi mi conosce sa bene che ho bisogno di approfondire le questioni, studiare i vari passaggi, e riflettere e poi intervenire”.
Riguardo alle responsabilità, ha concluso sottolineando che i poteri dei sindaci sono spesso limitati in questi processi, e che servirebbero più strumenti per gli amministratori locali per avere un ruolo maggiore nelle decisioni urbanistiche.