Il futuro incerto del consolato Usa a Firenze: ombre sulla sede storica di Palazzo Canevaro
Il piano di riforma voluto da Marco Rubio punta a una drastica ristrutturazione del Dipartimento di Stato

Da Washington arrivano segnali che agitano le acque anche in riva all’Arno. Il progetto di riorganizzazione del Dipartimento di Stato americano, annunciato dal segretario Marco Rubio, potrebbe avere conseguenze concrete anche in Italia, con Firenze tra le sedi consolari a rischio.
Una prospettiva che preoccupa cittadini e istituzioni, considerato il valore storico e simbolico del Consolato Usa ospitato da decenni in Palazzo Canevaro, sul Lungarno Vespucci.
Rubio ha descritto il Dipartimento come un colosso burocratico da riformare radicalmente, incapace – nella sua attuale configurazione – di rispondere alle nuove sfide globali.
Il suo obiettivo è quello di snellire la macchina diplomatica, eliminando duplicazioni, chiudendo gli uffici giudicati obsoleti e orientando le risorse verso aree strategiche in linea con la visione geopolitica dell’amministrazione Trump.
Sebbene da Firenze non siano giunte comunicazioni ufficiali in merito a una chiusura, l’ipotesi resta sul tavolo.
Gli stessi uffici consolari fanno sapere che “il Dipartimento di Stato valuta periodicamente le proprie esigenze operative”, ma al momento “non vi sono aggiornamenti sulla sede fiorentina”, che continua a svolgere le sue funzioni normalmente nel territorio di competenza: Toscana, buona parte dell’Emilia-Romagna e San Marino.
Intanto, in città cresce il timore di perdere un presidio diplomatico attivo da quasi ottant’anni.
Una petizione online lanciata a marzo per scongiurare la chiusura ha già superato quota mille firme, segnale evidente di quanto la presenza americana sia percepita come parte integrante del tessuto cittadino.