Il mistero attorno a Celeste Pin si infittisce: spunta una lettera anonima, tra affari, sospetti e fantasmi della P2
Tra indizi credibili e teorie oscure, una lettera anonima consegnata in procura rilancia l’enigma sulla morte dell’ex difensore viola

Una lettera anonima, inviata via e-mail all’avvocato della prima moglie, apre un nuovo, inquietante capitolo nel caso della morte di Celeste Pin, l’ex calciatore della Fiorentina trovato privo di vita nella sua abitazione lo scorso 22 luglio.
Il documento, dettagliato e allo stesso tempo surreale, è stato consegnato alla procura di Firenze e aggiunge ulteriore mistero a una vicenda che fin dall’inizio ha sollevato più domande che risposte.
L’autore della lettera – di cui non si conosce identità né provenienza e anticipata dal quotidiano La Repubblica – si presenta come qualcuno a conoscenza profonda della vita professionale dell’ex difensore viola, citando nomi, affari, rapporti societari e attività immobiliari. Ma a rendere la segnalazione ancora più enigmatica sono i riferimenti ad ambienti massonici e alla loggia P2, evocati tra righe che alternano elementi concreti ad accenti quasi allucinati.
Secondo l’avvocato Mattia Alfano, che assiste l’ex moglie Elena Fabbri, alcune delle informazioni contenute nella lettera sarebbero attendibili, in particolare quelle sul patrimonio e sugli investimenti dell’ex calciatore.
Tuttavia, resta da capire se il documento rappresenti una pista reale o sia il frutto di una ricostruzione paranoica. A complicare ulteriormente il quadro ci sono alcuni allegati, tra cui documenti che riguarderebbero operazioni immobiliari condotte da Pin e da altri soggetti attivi nel settore a Firenze. Sarà la procura a valutare se si tratti di materiale utile all’inchiesta.
Nel frattempo, l’autopsia – i cui primi risultati sono stati resi noti – sembra allontanare in modo quasi definitivo l’ipotesi di una morte violenta. Non sarebbero state riscontrate lesioni né emorragie interne, e la salma è stata restituita alla famiglia. I funerali sono fissati per oggi pomeriggio, nella basilica della Santissima Annunziata.
Eppure, nonostante i dati medico-legali, Elena Fabbri continua a nutrire dubbi. In un’intervista ha chiesto che venga analizzato il cellulare dell’ex marito, definendolo “il suo primo ufficio”, uno spazio dove forse – spera – si nascondono risposte. “Celeste era sereno, aveva progetti, amava profondamente i figli”, ha dichiarato, escludendo con convinzione l’ipotesi di un gesto estremo senza spiegazioni.
A supportare i sospetti ci sono anche alcuni episodi avvenuti nei giorni precedenti alla morte: una telefonata in particolare, che secondo persone vicine all’ex calciatore lo avrebbe profondamente turbato. È su questi dettagli che si stanno concentrando gli investigatori, tornati più volte nella villa di Pin, in zona Careggi, per nuovi sopralluoghi e per raccogliere ogni elemento utile.
Negli ultimi accessi sono stati sequestrati dispositivi elettronici, documenti sanitari, polizze vita. Tutto ciò che potrebbe contribuire a decifrare le ultime settimane di vita di un uomo che, pur segnato dalla depressione, sembrava secondo i suoi cari lontano dal baratro. Un passato da bandiera della Fiorentina, un presente ancora pieno di progetti e un’ombra, sempre più fitta, calata improvvisamente sul suo destino.