Immigrazione clandestina

Il tariffario dell’immigrazione, dal Bangladesh alla Toscana

Sequestrato un immobile in provincia di Grosseto, frutto del profitto illecito

Il tariffario dell’immigrazione, dal Bangladesh alla Toscana

La Guardia di Finanza di Siena ha eseguito un sequestro preventivo di un immobile in provincia di Grosseto, il quale – secondo l’ipotesi accusatoria – è stato acquistato con il profitto del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina perpetrato da più persone, alcune delle quali operanti anche all’estero, attraverso la presentazione sulla piattaforma telematica del Ministero dell’Interno di istanze di ingresso contenente informazioni false.

Il contesto ha preso avvio dalle anomalie rilevate dalla Prefettura senese nel corso dell’esame delle pratiche per l’ingresso di oltre 200 cittadini bengalesi, recanti indicazioni mendaci riferibili tanto ai datori di lavoro, in alcuni casi risultati ignari, quanto ai luoghi di lavoro o di alloggio dei cittadini stranieri, spesso ricorrenti, a seguito delle quali è stata interessata l’Autorità giudiziaria che ha delegato il Nucleo di polizia economico-finanziaria ad approfondire l’ipotesi di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Nel corso delle successive indagini, tramite incrocio dei dati indicati nelle istanze di ingresso, le fiamme gialle senesi hanno individuato una regia unica per la gestione delle pratiche, riconducibile a un cittadino bengalese che, insieme ad altre persone rimaste nel Paese di origine, ha presentato tutte le pratiche d’ingresso dei propri connazionali utilizzando riferimenti a imprese non operative riconducibili a lui o ad altri quattro connazionali, anche loro indagati in concorso. Per questo “servizio” era previsto un tariffario con corrispettivi differenziati in base al numero dei richiedenti e alle loro possidenze e capacità economiche, che oscillava fra i 2.000 e i 4.000 euro a pratica, versati in contanti in Bangladesh e, occasionalmente, anche in Italia. In caso di ristrettezze economiche, il pagamento poteva avvenire anche mediante la cessione di terreni di proprietà dei richiedenti. Per le oltre 200 pratiche esaminate, presentante principalmente alle Prefetture di Siena e Grosseto, la persona sottoposta alle indagini ha ricevuto un ingente profitto non esattamente quantificato.