un fiume di denaro sporco

Le mani della mafia anche in Toscana: si interessa di ristorazione, turismo, edilizia e tessile

Solo a Firenze, nel 2024, la DIA ha effettuato sequestri per milioni di euro: 42 milioni non dichiarati

Le mani della mafia anche in Toscana: si interessa di ristorazione, turismo, edilizia e tessile
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In Toscana, una regione nota per il suo patrimonio culturale e la forte vocazione turistica, le mafie non dominano il territorio come in altre zone d’Italia. Eppure, proprio qui, si gioca una partita silenziosa ma pericolosa: quella dell’infiltrazione economica.

Secondo l’ultima relazione della Direzione Investigativa Antimafia, la Toscana è diventata terreno fertile per il reinvestimento dei capitali illeciti, grazie a un tessuto economico dinamico ma vulnerabile, soprattutto nei settori della ristorazione, del turismo, dell’edilizia e del tessile.

‘Ndrangheta, Cosa Nostra, Camorra, ma anche gruppi criminali stranieri — albanesi, cinesi, romeni e nordafricani — operano sul territorio con modalità sempre più sofisticate, cercando di evitare clamore, infiltrandosi nell’economia legale, a volte con il supporto di professionisti locali.

Le operazioni in Toscana

A Firenze, nel solo 2024, la DIA ha effettuato sequestri per milioni di euro: 42 milioni non dichiarati da un condannato per concorso esterno in associazione mafiosa, 13 milioni reinvestiti in ristoranti e alberghi da un sodalizio italo-albanese, e ingenti carichi di droga intercettati, anche grazie al porto di Livorno, punto strategico per il traffico internazionale.

Prato e Pistoia restano al centro delle operazioni cinesi, con attività illegali nei settori tessile e delle scommesse, mentre le mafie albanesi gestiscono con forza il narcotraffico. Anche la criminalità rom e nigeriana risulta attiva nello sfruttamento della prostituzione.

Arezzo, Grosseto, Siena, Massa Carrara, Lucca: tutte le province toscane sono state toccate da operazioni di polizia legate a reati di stampo mafioso, dal riciclaggio alla corruzione, fino all’arresto di affiliati a clan storici come i Santapaola-Ercolano, i Casalesi e i Formicola.

Un caso simbolico: una villa confiscata a un boss della ‘ndrangheta ad Altopascio, in provincia di Lucca, sarà trasformata grazie al PNRR in un centro per l’housing sociale. Un segno di riscatto, ma anche un monito: le mafie ci sono, e puntano al cuore dell’economia legale.

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