Il processo

Morte Denny Magina, la testimone: "L'ho visto precipitare giù, pensavo che volassero rifiuti"

Il racconto scioccante: "Ma a terra c’era un ragazzo, respirava ancora"

Morte Denny Magina, la testimone: "L'ho visto precipitare giù, pensavo che volassero rifiuti"
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"Stavo dormendo nell’altra stanza quando ho sentito un rumore e mi sono alzata. Mio marito Hamza mi ha detto che il suo amico Denny era caduto dalla finestra. Io allora ho preso le chiavi della macchina, la borsa e sono andata via". "E perché se n’è andata?". "Perché ho avuto paura".

La ricostruzione

Denny Magina – è quanto emerso dalle indagini – intorno alle 3.00 di notte è volato giù dalla finestra del quarto piano finendo a terra prono. Incosciente ma, in quel momento, ancora vivo. A dare l’allarme al 112 sono state due donne straniere (una ucraina e una russa) residenti in zona che hanno sentito il tonfo e, voltandosi, hanno visto il corpo a terra, nel cortile interno del civico 8, oltre a due sagome affacciate alla finestra del quarto piano.

Hanno poi girato alcuni video, mostrati in tribunale. In uno si vedono due persone – poi identificate con Niko Casoli e Amine Ben Nossra – che osservano il corpo a terra e se ne vanno. Nell’altro, invece, si nota la moglie di Hamed Hamza allontanarsi in auto. I carabinieri arrivati poco dopo aver ricevuto l’allarme, insieme all’ambulanza della Svs che trasporta Denny in ospedale, dove morirà poco tempo dopo.

Le indagini

A questo punto i carabinieri, su delega della Procura, iniziano le indagini attraverso sopralluoghi nell’appartamento e ascolto delle testimonianze. Arrivano così a ricostruire chi c’era nella stanza insieme a Denny quando il giovane è volato dalla finestra: "Hamza, Niko Casoli (in un primo momento accusato poi escluso dal procedimento per mancanza di elementi accusatori) e Ben Nossra. L’appartamento era utilizzato come centrale di spaccio".

Altre risposte vengono fornite ai militari dalle consulenze tecniche. L’autopsia eseguita dai medici legali incaricati dalla Procura – Luigi Papi e David Forni – mostra che sotto il labbro di Denny c’è una ferita considerata non compatibile con la caduta e ulteriori analisi mettono in evidenza che dentro questa ferita ci sono segni di metalli risultati poi compatibili con quelli presenti in un anello poi risultato di proprietà di Hamed Hamza.

Ecco dunque, che su questi elementi (oltre che sul ritrovamento del dna di Hamza sotto due unghie di Denny e alla scoperta di tracce ematiche degli accusati sui vestiti della vittima) viene poi elaborata l’accusa: Hamza avrebbe sferrato un pugno al volto di Denny facendolo cadere dalla finestra alla presenza del connazionale Ben Nossra.

 

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