Paola Tricomi e la sua battaglia. L'appello: "Aiutatemi, ho astrofia muscolare spinale ma non riesco ad avere servizi"
Non può avere assistenza economica perché non risiede in Toscana

Paola Tricomi, research fellow presso l'Università per Stranieri di Siena, ha lanciato un accorato appello alla comunità senese per ottenere il supporto necessario alla sua permanenza in città. Studiosa di Dante con oltre dieci anni di esperienza, Tricomi è originaria di Catania e convive con una grave disabilità motoria causata dall'atrofia muscolare spinale.
La sua quotidianità è scandita dall'utilizzo di una carrozzina elettronica, di un ventilatore polmonare e di una PEG per la nutrizione, rendendo fondamentale un'assistenza domiciliare continuativa e altamente specializzata.
"In questo momento, sono in città - scrive nel suo appello affidato alla propria pagina Facebooke - e mi trovo a vivere una situazione di emergenza rispetto alla necessità di attivare un servizio di assistenza domiciliare integrata (ADI) analogo a quello di cui godo abitualmente e che, dopo una faticosa lotta, ho ottenuto fosse esteso anche ai miei spostamenti in Toscana per motivi di lavoro.
Si tratta di un auspicabile dialogo tra regioni, sancito dalla legge italiana, che nel mio caso forse trova una pioneristica attuazione, cosicché il cittadino trovi adeguata assistenza su tutto il territorio.
Nel mio precedente soggiorno dello scorso autunno è stato così possibile che l’Asp di Catania si facesse carico dei pagamenti della cooperativa senese eletta per il servizio (Terra di Siena).
Attualmente, però, lo stesso servizio non può essermi assicurato".
L'ostacolo dell'assistenza domiciliare
Nel 2023, dopo aver ottenuto una borsa di ricerca presso l'ateneo senese, ha scelto di trasferirsi in Toscana non solo per proseguire la sua carriera accademica, ma anche con la speranza di migliorare la sua qualità di vita.
Tuttavia, il percorso si è rivelato pieno di ostacoli burocratici e organizzativi legati alla continuità dell'assistenza domiciliare integrata (ADI), un diritto garantito dalla legge italiana ma la cui applicazione pratica si è dimostrata estremamente complessa.
Durante il suo soggiorno autunnale a Siena, l'ASP di Catania era riuscita a coprire le spese dell'assistenza affidata alla cooperativa locale "Terra di Siena".
Oggi, però, la situazione è cambiata: la cooperativa che la seguiva non può più garantire continuità nel personale, mentre altre realtà contattate sembrano incapaci di rispondere alle sue esigenze.
La rotazione del personale sanitario non è una semplice questione organizzativa, ma una necessità vitale. Ogni nuovo operatore ha bisogno di formazione per gestire dispositivi complessi come la ventilazione polmonare e la macchina della tosse. La mancanza di stabilità nell'assistenza mette quindi a rischio non solo la sua salute, ma anche la sua autonomia lavorativa.
Un appello per un cambiamento concreto
Il problema si scontra anche con barriere burocratiche.
Nonostante l’incontro con l'assessora regionale Serena Spinelli, la richiesta di un sussidio economico per affrontare le spese extra è stata respinta, in quanto la studiosa non risiede ufficialmente in Toscana.
La legge, dunque, non prevede un sostegno per la sua situazione, ma questo, sottolinea Tricomi, non dovrebbe precludere una soluzione politica che garantisca a tutti la possibilità di lavorare in condizioni dignitose.
Nonostante le difficoltà, la ricercatrice non è sola in questa battaglia.

Accanto a lei ci sono figure di spicco dell'Università per Stranieri di Siena, tra cui il Rettore, Tomaso Montanari, il direttore del dipartimento Giuseppe Marrani e la delegata alla disabilità, Carla Bruno. Tuttavia, l’appoggio istituzionale non basta.
Per superare questa impasse, Tricomi chiede l’aiuto dell’intera comunità senese. Il suo appello non riguarda solo il suo caso personale, ma rappresenta una richiesta di cambiamento affinché l'inclusione non sia solo un principio astratto, ma una realtà concreta.
Una sfida
"Spero che Siena vorrà accogliere questa sfida", scrive Paola Tricomi, sottolineando che il momento di agire è ora. Il suo timore più grande è quello di essere costretta a lasciare il suo incarico e interrompere il percorso accademico che con tanto impegno ha costruito.
L'auspicio, invece, è quello di continuare a contribuire alla ricerca e alla cultura italiana in un ambiente che sappia realmente accogliere e supportare ogni persona, a prescindere dalle sue necessità assistenziali. La comunità senese raccoglierà la sfida?